Milano, 28 febbraio 2020 – Domani, in occasione della XIII edizione della Giornata delle Malattie Rare, Cancer Research UK, Fondazione AIRC e Fundación Cientifica – Asociación Española Contra el Cáncer (AECC), presentano sette innovativi progetti sostenuti con più di 32 milioni di euro complessivi nell’ambito dell’ultima edizione del bando Accelerator Award, che promuove programmi di ricerca internazionali quinquennali, basati sulla cooperazione scientifica tra Istituzioni e scienziati di Regno Unito, Italia e Spagna.
I progetti selezionati svilupperanno nuovi strumenti, piattaforme e infrastrutture per accelerare i progressi della ricerca oncologica traslazionale, alcuni dei quali su tumori rari, patologie per le quali spesso mancano terapie specifiche e farmaci dedicati. Al centro di alcuni programmi il miglioramento dell’integrazione tra radioterapia e immunoterapia e il consolidamento della ricerca sul mesotelioma, un tumore legato all’amianto che vede i casi crescere a livello mondiale.
Tumori rari in Italia: 900mila pazienti e 89mila nuovi casi ogni anno
Il rapporto AIRTUM sui tumori rari in Italia del 2015 descrive 198 neoplasie di questo tipo, classificate in 14 gruppi omogenei sulla base delle caratteristiche cliniche e dei possibili specialisti di riferimento. La maggior parte di questi tumori, il 72%, è estremamente rara giacché riguarda meno di un caso ogni milione di persone.
La rarità di ciascuna malattia non si traduce però, complessivamente, in un basso numero di persone colpite: su quattro pazienti malati di cancro uno ha un tumore raro. In totale si stima che in Italia i pazienti siano circa 900.000 e approssimativamente 89.000 i nuovi casi registrati ogni anno.
“I tumori rari, presi singolarmente, non attraggono l’interesse di chi sviluppa i farmaci e sono difficili da studiare perché i pazienti colpiti da queste malattie sono pochi. Per questo motivo abbiamo una conoscenza limitata di molti di questi tumori – ricorda Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di Fondazione AIRC – Perché la ricerca sia la più efficace possibile, è necessario riunire le competenze di diversi Paesi. E questo è uno dei punti di forza dell’Accelerator Award, che vede uniti Fondazione AIRC, Cancer Research UK e AECC: insieme è possibile sostenere progetti di ricerca che accrescano le competenze e permettano di cercare nuove e più efficaci soluzioni terapeutiche”.
Un Accelerator Award italiano per la cura di un tumore raro dell’appendice
Tra i sette programmi che si sono aggiudicati il prestigioso Accelerator Award, uno è guidato dall’italiano Marcello Deraco, responsabile del reparto tumori peritoneali all’Istituto Nazionale Tumori di Milano. Il progetto vede al lavoro i principali centri che si occupano di questa malattia nei tre Paesi, di cui 4 in Italia, e può contare su un investimento totale di oltre 2 milioni 600 mila euro.
“Grazie all’Accelerator Award avrò la possibilità di collaborare con centri che seguono un elevato numero di casi di pseudomixoma peritonei – spiega Deraco – Solo così potremo mettere insieme un numero di pazienti sufficiente a capire meglio questa malattia rara. Il nostro obiettivo è identificare farmaci attivi contro lo pseudomixoma e individuare i sottogruppi di pazienti che potranno beneficiare di queste nuove cure”.
I ‘principal investigator’ degli altri 6 programmi che coinvolgeranno complessivamente 8 gruppi attivi in Italia sono: Paul French, dell’Imperial College di Londra, Kevin Blyth, dell’Università di Glasgow, Caroline Dive, dell’Università di Manchester, Alberto Orfao, del Centro de Investigación del Cáncer di Salamanca, Ignacio Melero, della Fundación para la Investigación Médica Aplicada di Navarra, e Robin Jones, dell’Institute of Cancer Research di Londra.
Iain Foulkes, direttore esecutivo di Cancer Research UK per la ricerca e l’innovazione, sottolinea l’importanza di non mettere confini alla battaglia contro il cancro: “Se l’andamento attuale sarà confermato, nei prossimi vent’anni i casi di cancro aumenteranno del 60% circa a livello mondiale. Ora che il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea, la necessità di collaborare in ambito scientifico è più importante che mai. È fondamentale che la ricerca internazionale continui a prosperare e non rischi l’isolamento. Il cancro è un problema globale e nessun Paese può affrontarlo da solo”.
“Per AECC la collaborazione tra Paesi diversi è essenziale per accelerare la ricerca sul cancro – ribadisce Ignacio Muñoz Pidal, presidente di AECC – L’Accelerator Award consente ai ricercatori europei non solo di ricevere finanziamenti quinquennali, ma anche di accedere a una piattaforma di collaborazione internazionale in cui poter condividere dati e conoscenze”.
L’Accelerator Award offre ai migliori ricercatori a livello internazionale nei tre Paesi coinvolti la possibilità di attivare progetti congiunti, sfruttando tecnologie e competenze,per imprimere un’accelerazione alla ricerca sul cancro e arrivare al più presto a fornire nuove terapie a medici e pazienti. La cooperazione tra Italia, Regno Unito e Spagna prosegue ora con l’emissione di un nuovo bando al quale gli scienziati potranno sottomettere i propri progetti a partire dal 2 marzo.