Roma, 30 maggio 2017 – Gli sfollati che vivono negli insediamenti intorno alla città di Kalémie, in Repubblica Democratica del Congo (RDC), hanno accesso limitato alle cure mediche e soffrono di un’allarmante carenza di cibo, acqua e ripari, lo dichiara Medici Senza Frontiere (MSF) che sta fornendo assistenza nell’area. A dieci mesi dall’inizio delle violenze intercomunitarie che le hanno costrette ad abbandonare le loro case, queste persone vivono ancora in condizioni disperate e hanno bisogno immediato di una maggiore assistenza umanitaria.
Nella provincia di Tanganyika quasi mezzo milione di persone, secondo stime delle Nazioni Unite, sono state costrette ad abbandonare le loro case fra luglio 2016 e marzo 2017 a causa delle violenze. Oltre 44.000 vivono negli insediamenti intorno alla città di Kalémie. Nel mese di aprile, durante una campagna di vaccinazione contro il morbillo, MSF ha riscontrato 5.700 bambini sotto i cinque anni malnutriti in dieci di questi insediamenti. Gli screening hanno rilevato livelli di malnutrizione al di sopra della soglia d’emergenza: il 16% dei bambini è malnutrito, il 4,5% in maniera severa.
“I bambini stanno morendo di malnutrizione e di malattie prevenibili come la diarrea e il morbillo – dice Hugues Robert, coordinatore dell’emergenza di MSF – Queste persone sono qui ormai da quasi un anno ma il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni è lo stesso che ci aspetteremmo di osservare nella fase acuta di un’emergenza.”
Dal mese di marzo, le équipe di MSF hanno fornito assistenza di emergenza agli sfollati nei territori di Kalémie e Kansimba attraverso vaccinazioni contro il morbillo, cliniche mobili, distribuzione di acqua e costruzione di latrine e docce in alcuni degli insediamenti.
Un’équipe di MSF sta anche offrendo assistenza medica a un gruppo di circa 1.500 sfollati nel villaggio di Moke, dove uno screening per la malnutrizione ha rilevato una situazione particolarmente critica: il 51% dei bambini sotto i cinque anni è risultato malnutrito, il 23% in modo severo. MSF ha allestito una clinica mobile e organizzato una distribuzione alimentare.
Due settimane fa, quando sono tornati gli abitanti originari del villaggio, gli sfollati sono stati costretti ad andarsene e non avendo altra scelta si sono insediati nel profondo nella foresta, in un’area difficile da raggiungere. Finché non potranno fare ritorno a casa in condizioni di sicurezza, dovranno ricevere aiuto e protezione.
MSF chiede una risposta umanitaria più consistente da parte delle agenzie delle Nazioni Unite e del governo congolese nei territori di Kalémie e Kansimba e nella provincia di Tanganyika.
Le condizioni degli insediamenti devono essere migliorate con urgenza, l’assistenza sanitaria dev’essere resa facilmente accessibile, aiuti alimentari devono essere forniti alle famiglie sfollate e alle comunità ospitanti e chi è a rischio di violenza deve ricevere protezione. Una prima dislocazione di aiuti è avvenuta e ne sono previste altre, ma per ora rimangono tristemente insufficienti.
fonte: ufficio stampa