AIOM: “Premier Renzi, incontriamoci per siglare un patto contro il cancro”. Il presidente nazionale Carmine Pinto: “In Italia guarigioni superiori rispetto agli altri grandi Paesi europei in neoplasie frequenti come quelle del seno, del colon e della prostata. Nel 2014 uscite pari a 3 miliardi di euro, ma è necessario individuare subito risorse dedicate. La soluzione è un’alleanza fra Governo, Istituzioni, Clinici”
Copenaghen, 8 ottobre 2016 – L’Italia spende meno per i farmaci anti-cancro rispetto a Germania e Francia ma ottiene guarigioni superiori in neoplasie frequenti come quelle del seno, del colon-retto e della prostata. In particolare, nel nostro Paese nel 2014 le uscite per queste terapie hanno raggiunto i 2 miliardi e 900 milioni, in Germania 6,2 e in Francia 4,2 miliardi.
Il tema della sostenibilità dei nuovi trattamenti è al centro dell’agenda del 41° Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (European Society for Medical Oncology, ESMO) in corso a Copenaghen.
“Finora il nostro sistema sanitario ha retto garantendo l’accesso alle cure a tutti i pazienti, grazie anche ai sistemi di rimborso concordati con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) – spiega il prof. Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) – L’intensità dell’innovazione farmaceutica preannuncia l’ingresso sul mercato di molti farmaci salvavita. Siamo di fronte a una rivoluzione epocale che richiede di essere affrontata con visione e decisione. Siamo consapevoli dei vincoli di finanza pubblica, ma questa rivoluzione terapeutica può essere affrontata solo immettendo risorse dedicate. Per questo lanciamo un forte messaggio e chiediamo un incontro al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, da sempre attento al tema dell’innovazione – come dimostra il progetto Human Technopole – e alla salvaguardia dell’universalismo del nostro sistema sanitario nazionale, per sviluppare per la prima volta in Italia un Progetto unitario e strategico contro i tumori. Un ‘Patto contro il cancro’, un’alleanza tra Oncologi, Governo e Istituzioni, capace di mobilitare risorse e di dare una risposta concreta alle richieste di 3 milioni di pazienti oncologici italiani, sul modello di programmi già lanciati negli Stati Uniti. Un ‘Patto’ capace di valorizzare l’Oncologia italiana, tra le eccellenze del nostro Paese, e di offrire un significato nuovo all’azione politica in sanità pubblica. L’AIOM è partita da proposte strutturali a lungo termine e nel breve periodo con una proposta concreta: l’istituzione di un ‘Fondo nazionale per l’Oncologia’. La nostra proposta sul Fondo si inserisce quindi in un progetto più ampio, decisivo per milioni di cittadini, il ‘Patto contro il cancro’”.
Nel tumore del seno la sopravvivenza a cinque anni in Italia è dell’86,2% (85,3% in Germania, 83,7% in Spagna, 81,1% in UK), nel polmone del 14,7% (13,6% in Francia, 12,6% in Spagna, 9,6% in UK), nello stomaco del 32,4% (31,6% in Germania, 27,7% in Francia, 27,3% in Spagna, 18,5% in UK), nel colon del 63,2% (59,8% in Francia, 59,3% in Spagna, 53,8% in UK), e nella prostata del 89,7% (91,2% in Germania, 90,5% in Francia, 87,1% in Spagna, 83,2% in UK).
A livello globale oltre 20 tipi di tumore sono stati trattati con più di 70 nuove molecole lanciate negli ultimi cinque anni, portando così il costo mondiale per i farmaci anticancro a 107 miliardi di dollari nel 2015 con un incremento dell’11,5% rispetto al 2014 (era pari a circa 90 miliardi nel 2011).
“Guardando alle prospettive future, secondo stime accreditate – continua il prof. Pinto – nel 2016 il settore farmaceutico registrerà in Italia uno sforamento del tetto programmato, che sarà difficile ripianare anche ricorrendo agli strumenti oggi in uso”.
I costi del trattamento sono aumentati in modo esponenziale: quello giornaliero medio di un farmaco antineoplastico in Italia è passato da 42,20 euro nel periodo 1995-1999 a 203,47 euro nel 2010-2014. Il costo medio di una terapia complessiva è aumentato da 3.853 euro nel 1995-1999 a 44.900 euro nel 2010-2014.
“L’incremento – sottolinea il prof. Pinto – va ricondotto anche al fatto che molti nuovi farmaci prevedono la somministrazione fino a progressione di malattia invece che un numero finito di cicli come accadeva con la ‘classica’ chemioterapia. Inoltre nel Continente vi sono gravi disparità in materia di organizzazione sanitaria, oggi acuite dalla forte crisi economica. In particolare queste diseguaglianze interessano i Paesi dell’Est. È necessario un intervento legislativo a livello europeo perché non è più sostenibile la frammentazione tra i singoli Stati membri di diverse valutazioni del costo-beneficio dei farmaci: ciò determina ulteriori differenze, causando variazioni sostanziali nel costo dello stesso trattamento oncologico da un Paese all’altro”.
In Italia nel 2016 sono stimate più di 365mila diagnosi di cancro, nell’Unione Europea i nuovi casi registrati sono stati 2.635.222 (anno 2012). A partire dal 2011 si è assistito a una riduzione dei tassi di mortalità globale nella UE (8% tra i maschi e 3% tra le donne) e nel 2016 sono previsti 1.359.500 decessi.
“Le proiezioni per il 2016 – conclude il prof. Pinto – confermano il deciso declino di mortalità a livello europeo per il cancro del polmone nei maschi e il suo aumento nelle donne. Un andamento simile si registra anche in Italia con un decremento della mortalità negli uomini del 2,6% annuo dal 1999 al 2016 rispetto a un aumento del 2% fra le femmine, dovuto al preoccupante aumento del vizio del fumo nelle donne”.
fonte: ufficio stampa