Palermo, 22 febbraio 2016 – Federfarma Palermo ha assunto posizione contro la possibile estensione della vendita dei farmaci di fascia C alla grande distribuzione e alle parafarmacie, nel primario interesse dei cittadini, perché i dati pubblicati dall’AIFA sostengono che in quei punti vendita dal 2006 al 2013 si è verificato un aumento dei prezzi dei medicinali da banco del 9,6%.
Federfarma Palermo e i titolari di farmacia si sono sempre fidati dell’Agenzia Italiana del Farmaco, ente pubblico che opera in autonomia, trasparenza ed economicità sotto la direzione e vigilanza dei ministeri della Salute e dell’Economia e che regola il mercato dei farmaci: è un’istituzione assoluta e un punto di riferimento indiscutibile, non c’è motivo di dubitare della credibilità di questi dati.
Ma, secondo quanto riporta Rifday, organo d’informazione dell’Ordine dei farmacisti di Roma, il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti (che associa i farmacisti delle parafarmacie) avrebbe dichiarato che “i dati dell’Aifa menzionati da Federfarma Palermo sono falsi perché frutto di analisi errata. Gli stessi dati prendono spunto da una colpevole dimenticanza: lo spostamento di numerosi farmaci ‘con obbligo di ricetta’ a ‘senza obbligo di ricetta’, fatto questo che ha determinato statisticamente un aumento del costo medio dell’intero comparto dei farmaci d’automedicazione. Consigliamo a Federfarma Palermo di andarsi a leggere i report di ‘Altroconsumo’, decisamente più obiettivi di quelli di Aifa, palesemente strutturati per sostenere una tesi costruita ad arte”.
“È necessario fare subito chiarezza su questa gravissima accusa – tuona il presidente di Federfarma Palermo, Roberto Tobia – e, se il caso, che si esprima direttamente l’AIFA, a tutela dell’assoluta credibilità dell’istituzione, ma anche nell’interesse dei farmacisti tutti e soprattutto dei cittadini. Sarebbe destabilizzante per l’intero mercato del farmaco accantonare i dati ufficiali e prendere a riferimento quelli di un periodico: sarebbe come sovvertire l’autorità che rende credibile ciò che tutti i farmacisti, i titolari e i colleghi delle parafarmacie, fanno ogni giorno. Abbiamo il diritto di sapere – incalza Tobia – se, come dichiarato dal MNLF, l’AIFA ha ‘taroccato’ i conti e li ha addirittura ‘strutturati’ per sostenere una tesi costruita ad arte. Questa ricostruzione ci sembra assurda e incredibile, ma è bene che qualcuno dica ufficialmente come stanno le cose. Non si liquidi l’episodio attribuendolo solo all’obiettivo della grande distribuzione di scardinare il nostro sistema anche alimentando divisioni e polemiche fra di noi, e ciò perché ha l’interesse di guadagnare di più e a qualunque costo. Ne va di mezzo la sopravvivenza del modello italiano di farmacia che dovrebbe essere difeso dall’intera categoria, identica per etica e qualità professionale, ma pur tenendo conto delle obiettive specificità delle farmacie territoriali, che non possono essere paragonate alle parafarmacie per via della differenza di regole, controlli e obblighi, a partire dai turni diurni e notturni”.
fonte: ufficio stampa