Apre oggi a Milano il 33° Congresso di Antibioticoterapia: i pediatri di SITIP e SIP presentano in anteprima le raccomandazioni sulla gestione della Malattia da Virus Ebola nei bambini e nei neonati

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Emergenza Ebola, la gestione dei bambini e dei neonati con potenziale infezione: i pediatri di SITI e SIP denunciano la mancanza di strutture ospedaliere dedicate.

Milano, 29 ottobre 2014 – La Malattia da Virus Ebola (MVE) è una malattia grave, spesso fatale, con un tasso di mortalità fino al 90% e altamente contagiosa. Precedentemente nota come febbre emorragica da Virus Ebola, questa malattia colpisce gli uomini e i primati (scimmie, gorilla, scimpanzé) e si trasmette attraverso lo stretto contatto con sangue, secrezioni, tessuti, organi o fluidi corporei di persone o animali infetti.

Le persone sono contagiose fino a quando il sangue e le secrezioni contengono il virus. Per questo motivo, per evitare ulteriori infezioni, i pazienti devono essere attentamente monitorati dai medici e sottoposti a test di laboratorio, per garantire che il virus non sia più in circolo, prima del loro ritorno a casa.

“In Italia ci sono due soli Ospedali di Riferimento per la gestione dei casi sospetti di ebola – sottolinea la Prof.ssa Susanna Esposito, Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica, SITIP e Presidente di WAidid, World Association for Infectious Diseases and Immunological Disorders – ma nessuno dei due presenta le caratteristiche necessarie per l’assistenza ai bambini e alle gravide con possibile infezione. Il bambino e il neonato, infatti, devono essere assistiti in Ospedali dotati oltre che di adeguate stanze di isolamento appropriatamente strutturate per l’assistenza nei primi anni di vita anche di una terapia intensiva pediatrica e di una terapia intensiva neonatale. È necessario, inoltre, che i più piccoli vengano curati da pediatri infettivologi e da infermieri pediatri, non da personale che di norma segue esclusivamente pazienti adulti”.

La MVE ha un periodo di incubazione che varia dai 2 ai 21 giorni, ma in tale periodo le persone non sono, in realtà, considerate a rischio di trasmettere l’infezione: il paziente diventa contagioso tramite secrezioni quando comincia a manifestare sintomi come febbre, intensa debolezza, dolori muscolari, mal di testa e mal di gola seguiti da vomito, diarrea, esantema, insufficienza renale ed epatica e, in alcuni casi, emorragia sia interna che esterna.

La probabilità di trasmissione del virus cambia nel corso della malattia con l’evolversi delle manifestazioni cliniche: all’inizio, quando è presente solo febbre in assenza di vomito o diarrea o di manifestazioni emorragiche, il rischio di trasmissione è basso; nelle fasi tardive, quando compaiono manifestazioni emorragiche, il rischio è significativamente più elevato, e rimane molto elevato anche dopo la morte.

“La Malattia da Virus Ebola – aggiunge il Prof. Alberto Villani, Vicepresidente SIP e Responsabile della UOC di Pediatria Generale e Malattie Infettive dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma – può essere confermata solo attraverso test di laboratorio. Attualmente, infatti, non esiste un vaccino autorizzato per la MVE; diversi vaccini sono in fase di sperimentazione, ma nessuno è disponibile per uso clinico in questo momento. Per ridurre il numero dei casi e i decessi è fondamentale accrescere la consapevolezza dei fattori di rischio e adottare tutte le misure di prevenzione”.

In aggiunta alle precauzioni standard di assistenza sanitaria, i pediatri SITIP, SIP, SIN, SIPO, SIMRI, SIMEUP e SIPPS ricordano che gli operatori sanitari devono sempre:

  • applicare rigorosamente le misure raccomandate per il controllo delle infezioni ed evitare l’esposizione a sangue infetto, fluidi o ambienti o oggetti contaminati, come la biancheria sporca dei liquidi biologici di un paziente o gli aghi usati:
  • utilizzare dispositivi di protezione individuale come camici monouso, guanti, maschere e occhiali o visiere;
  • non riutilizzare i dispositivi di protezione o indumenti a meno che non siano stati correttamente disinfettati;
  • cambiare i guanti dopo ogni operazione di assistenza ad un caso sospetto/confermato di Ebola;
  • effettuare procedure invasive che possono esporre i medici, infermieri ed altri all’infezione nel rispetto di rigorose condizioni di sicurezza;
  • tenere separati i pazienti infetti dagli altri pazienti e dalle persone sane

Vedi il programma:

Programma 2014

fonte: ufficio stampa

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