Una scoperta apre nuovi scenari nella prevenzione del cancro al seno
Ricerca pubblicata su Clinical Cancer Research
Genova, 29 aprile 2025 – Un grande studio clinico italiano ha dimostrato che una dose molto bassa di tamoxifene (Babytam, 5 mg al giorno per 3 anni) può prevenire in modo efficace e sicuro le recidive in donne operate per lesioni mammarie pre-invasive, come il carcinoma duttale in situ (DCIS) e le lesioni a rischio elevato.
La ricerca, coordinata dal prof. Andrea De Censi, direttore della Oncologia degli Ospedali Galliera di Genova e condotta in 14 centri italiani, è stata pubblicata sulla rivista internazionale Clinical Cancer Research, organo ufficiale dell’American Association for Cancer Research (AACR).
Il prof. De Censi ha presentato la ricerca proprio in queste ore nel corso del congresso AACR di Chicago, in contemporanea all’uscita della pubblicazione.
Lo studio ha identificato anche un potenziale test del sangue per prevedere l’efficacia del trattamento: si tratta della proteina IGFBP-3, i cui livelli più elevati sembrano indicare una maggiore risposta al Babytam, con un effetto protettivo che si mantiene fino a 10 anni di follow-up.
“Si tratta di una scoperta che apre le porte a una prevenzione sempre più personalizzata e su misura per ogni donna”, commenta lo specialista.
“Questo studio – spiega Massimo Nicolò, assessore alla Sanità della Regione Liguria – conferma il ruolo centrale della ricerca italiana nella prevenzione oncologica e il lavoro coordinato da Andrea De Censi rappresenta un esempio di eccellenza clinica e scientifica dell’Ospedale Galliera. Lo studio italiano sul Babytam offre alle donne una terapia preventiva efficace, sicura e a basso dosaggio per ridurre il rischio di recidiva in pazienti operate per lesioni mammarie pre-invasive. Si tratta quindi un grande passo avanti nella lotta al tumore al seno e siamo orgogliosi che sia stato portato avanti da un ospedale ligure”.
“Il sistema IGF-I/IGFBP-3 è noto per il suo ruolo nella crescita e proliferazione cellulare – spiega Harriet Johansson, prima autrice dello studio e direttrice del Laboratorio di Prevenzione e Genetica Oncologica dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano – I nostri risultati suggeriscono che potrebbe avere un valore predittivo importante anche nella risposta alla chemioprevenzione con tamoxifene, aprendo nuovi scenari nella prevenzione del cancro della mammella”.