Roma, 23 novembre 2015 – Accade in Italia che un’associazione sindacale che rappresenta i titolari di farmacia organizzi una cena di gala, accade in Italia che un Ministro della Salute decida di andarci accompagnata dal Presidente della Regione Lazio Zingaretti.
Accade in Italia che quel Ministro della Salute decida di fare un lungo intervento e, dimenticandosi del proprio ruolo istituzionale, prenda la parola per difendere gli interessi di chi lo ha invitato.
“La fascia C rimanga in farmacia”. “Vendere farmaci non è come vendere mortadella”. “Dobbiamo diminuire la domanda di farmaci e non aumentarla”.
Mettendo da parte qualsiasi giudizio di opportunità sul fatto se sia o meno giusto che un Ministro della Repubblica si rechi ad una cena di gala organizzata da una delle più potenti lobby in Italia, scartando qualsiasi valutazione circa l’ostentazione palese della vicinanza a questa lobby, non si può tacere sull’impreparazione dello stesso Ministro.
Quando la Lorenzin sale sul palco ed afferma che l’eventuale liberalizzazione dei farmaci di fascia C potrebbe aumentare la domanda di farmaci le alternative sono due: o è in malafede ed utilizza strumentalmente argomenti per sostenere la propria posizione o non conosce l’argomento di cui parla.
L’eventuale liberalizzazione dei farmaci di fascia C non potrebbe portare a nessun aumento della domanda di farmaci, perché questa è anelastica essendo legata alla prescrizione del medico. Non può aumentare.
Per quanto riguarda la mortadella si ricorda la gentile Ministra che i farmaci SOP e OTC liberalizzati nelle parafarmacie o nei corner dei supermercati (il 15% del totale) debbono essere venduti in reparti separati e non in mezzo ad altri articoli, mortadelle comprese.
La verità è che si sono finiti gli argomenti per giustificare una posizione contraria alla liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta che i cittadini pagano di tasca propria. Si sono finiti gli argomenti per giustificare la rinuncia a 500 milioni di risparmio per i cittadini, a 3.000/3.500 nuove aziende, 5.000 nuovi posti di lavoro, 700 milioni d’investimenti.
L’unico modo rimasto per giustificare una posizione, quella del Ministro, contraria ad aprire un mercato ancora sostanzialmente monopolista, è andare a cena con la lobby.
Movimento Nazionale Liberi Farmacisti
fonte: ufficio stampa