Medicina nucleare, nuove frontiere nella cura dei tumori

Dott. Alfonso Baldoncini

Arezzo, 14 febbraio 2025 – Medicina nucleare non solo per attività di diagnostica ma anche per la cura di alcune patologie. Dalle malattie tiroidee fino alla cura di alcuni tumori. E presto, con l’arrivo di un nuovo farmaco, le frontiere terapeutiche offerte dalla medicina nucleare si allargheranno.

“Si tratta di un radiofarmaco – spiega il dott. Alfonso Baldoncini, Direttore UOSD Medicina nucleare Ospedale Arezzo – destinato alla cura di malattie oncologiche complesse. Terapie per le quali occorre il parere del GOM, Gruppo Oncologico Multidisciplinare, che dovrà valutare se quella terapia è idonea alla persona presa in carico. Una terapia che sembra offrire risultati soddisfacenti ma per il farmaco, che ha ottenuto in questi giorni il parere positivo dell’AIFA, occorrerà aspettare ancora”.

“Una specie di Teragnostica, esite già in molte strutture di Medicina Nucleare – prosegue il dott. Baldoncini – Mi riferisco alla cura delle patologie tiroidee con il radioiodio oppure all’impiego del Radio 223 per la cura delle metastasi ossee. Chiaramente l’arrivo di nuovi farmaci per la cura di tumori, come quello prostatico, e le nuove proposte diagnostico-terapeutiche richiederà una nuova riorganizzazione che risulta essere molto più complessa. Dal punto di vista tecnico siamo pronti sia con il personale che con i locali per la somministrazione ambulatoriale della terapia quando questa sarà disponibile. Si tratta di una terapia la cui somministrazione dura pochi minuti ma che richiede 6 ore di attesa prima di poter tornare a casa: la radioattività del farmaco, infatti, si elimina con le urine e per questo il paziente deve aspettare nel reparto di medicina nucleare dove esistono strutture adeguate alla raccolta e smaltimento di esse”.

“Si tratta di terapie lunghe: 6 cicli con sedute da effettuare ogni 6 settimane – conclude il dott. Baldoncini – Inoltre sono terapie impegnative, sia sotto il profilo economico che organizzativo, legato quest’ultimo alla gestione del paziente per la quale è necessaria una adeguata preparazione delle varie figure professionali (tecnici, infermieri, fisici e medici): un aspetto per il quale siamo pronti a partire appena il farmaco sarà disponibile. Un farmaco per il quale dovrà essere fatta una selezione rigorosa del paziente, compito che spetta al Gruppo oncologico multidisciplinare. Anche perché è bene ricordare che una terapia può andare bene per una persona e non essere idonea ad un’altra: da qui l’importanza della sinergia fra gli specialisti che hanno in cura il paziente con patologia oncologica”.

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