Sviluppo di terapie antitumorali meno tossiche e più efficaci, 1 milione di euro a ricercatrice UniTO
Marta Serafini, ricercatrice dell’Università di Torino si è aggiudicata un finanziamento Airc da un milione di euro per cinque anni, che le consentirà di creare un laboratorio di ricerca indipendente in Ateneo
Torino, 13 febbraio 2025 – L’Università di Torino si arricchisce di un nuovo laboratorio di ricerca grazie a Marta Serafini, giovane scienziata proveniente dall’Università di Oxford, che ha ottenuto uno Start-up Grant dell’AIRC da 1 milione di euro per i prossimi 5 anni. Il finanziamento, destinato a ricercatori di eccellenza con esperienza internazionale, permetterà a Serafini di sviluppare un progetto innovativo in ambito oncologico al Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco UniTo.
La sua ricerca si concentrerà sulla progettazione di potenziali farmaci antitumorali capaci di attivarsi selettivamente nei tumori, sfruttando i bassi livelli di ossigeno tipici delle neoplasie. Un approccio che, se si rivelasse efficace, porterebbe a un duplice obiettivo: ridurre le tossicità elevate attualmente associate ad alcune terapie antitumorali e delineare una nuova strategia per lo sviluppo di farmaci antitumorali più specifici e meno tossici.
Per quanto questa sia una ricerca di base, atta ad aumentare le conoscenze, oggigiorno lo sviluppo farmacologico è estremamente rapido e quindi una scoperta si può rapidamente tradurre in una soluzione per i pazienti.
“I farmaci oncologici oggigiorno sono incommensurabilmente migliori rispetto al passato per efficacia e sicurezza. Eppure, molto di più si può fare e il mio progetto mira a sviluppare dei farmaci intelligenti, che si formano e agiscono solo dentro al tumore, amplificando quindi il loro effetto ma risparmiando i tessuti sani”, dichiara Marta Serafini.
Marta Serafini, 33 anni, è nata a Gattinara e si è laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche all’Università del Piemonte Orientale. Dopo il dottorato si è trasferita ad Oxford nel laboratorio del prof. Stuart Conway, dove ha approfondito le sue conoscenze nell’ambito della chimica farmaceutica e della biologia, lavorando specificatamente sull’ipossia tumorale. L’AIRC è stato un filo conduttore della sua carriera, avendola finanziata in tutte le sue fasi, dal dottorato al periodo all’estero e ora al suo ritorno in Italia.