Trapianto di isole pancreatiche: risultati promettenti per il trattamento del diabete di tipo 1
Sulla prestigiosa rivista The Lancet Diabetes & Endocrinology un nuovo studio dell’IRCCS Ospedale San Raffaele delinea le indicazioni fondamentali per migliorare l’efficacia e la sicurezza del trapianto di isole pancreatiche e indirizzare le future terapie per il trattamento del diabete di tipo 1
Milano, 8 febbraio 2025 – È stato pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista The Lancet Diabetes & Endocrinology uno studio che analizza i risultati a lungo termine del trapianto di isole pancreatiche in pazienti con diabete di tipo 1 trattati presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele dal 2001 al 2023.
Coordinato dal prof. Lorenzo Piemonti, Primario dell’Unità di Medicina Rigenerativa e dei Trapianti, direttore del Diabetes Research Institute dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e docente di Endocrinologia di UniSR Università Vita-Salute San Raffaele, lo studio rappresenta una delle analisi retrospettive a singolo centro più ampie al mondo, con un follow-up di vent’anni, e fornisce importanti indicazioni per le future terapie di sostituzione delle cellule beta nei pazienti con diabete di tipo 1.
Principali risultati dello studio
L’analisi ha coinvolto 79 pazienti di età compresa tra i 18 e i 67 anni, rivelando che nei soggetti con diabete di tipo 1 trattati con una dose di isole pancreatiche di almeno 10.000 IEQ/kg e il protocollo immunosoppressivo αCD25/FK506/Rapa, si è ottenuto un significativo miglioramento nella sopravvivenza del trapianto e una maggiore indipendenza dall’insulina. In questo gruppo, la sopravvivenza mediana delle isole è stata di 9,7 anni, con il 72,7% dei pazienti che ha mantenuto l’indipendenza dall’insulina per un periodo tra i 6 e i 7 anni.
I dati complessivi mostrano una sopravvivenza del trapianto dell’86% a un anno, del 65% a cinque anni e del 40% a vent’anni, a conferma dell’efficacia a lungo termine del trattamento. Tuttavia, lo studio ha evidenziato alcuni effetti collaterali associati alla terapia immunosoppressiva, come infezioni e riduzione della funzionalità renale, che richiedono un attento monitoraggio e interventi mirati per garantire la sicurezza a lungo termine dei pazienti.
“Questo studio evidenzia il potenziale del trapianto di isole nel migliorare la qualità della vita dei pazienti con diabete a lungo termine, fornendo al contempo preziose indicazioni per ottimizzare le future terapie cellulari, in particolare quelle basate sul differenziamento delle isole pancreatiche a partire da cellule staminali”, ha dichiarato il prof. Lorenzo Piemonti.
“I risultati ottenuti non solo aiutano a comprendere meglio gli effetti dell’immunosoppressione, ma anche a determinare le dosi ottimali di isole per garantire trapianti sicuri ed efficaci. Questi dati sottolineano l’importanza di proseguire la ricerca per migliorare e perfezionare le terapie cellulari destinate ai pazienti con diabete di tipo 1, per garantire trattamenti sempre più efficaci e sostenibili nel lungo periodo”, ha concluso il prof. Piemonti.