Roma, 17 gennaio2025 – Il disegno di legge sui contratti di ricerca (AS1240/24) è nella fase cruciale del suo iter di discussione parlamentare. Di conseguenza le comunità universitarie e dei centri di ricerca, attraverso le loro istituzioni di rappresentanza, hanno intensificato il confronto sull’articolato di una legge che promette di rivedere in maniera sostanziale il cammino di avvio alla carriera accademica.
La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e la Consulta dei Presidenti degli Enti di Ricerca (CoPER) evidenziano la necessità di superare la situazione attuale, caratterizzata da un unico strumento contrattuale, da solo insufficiente a colmare la mancanza di profili adeguati per il reclutamento dei giovani ricercatori. Questa limitazione sta compromettendo la continuità dei progetti in corso e ostacolando l’avvio di nuove iniziative.
CRUI e CoPER accolgono con favore il DDL che aggiunge ulteriori figure contrattuali accanto al contratto di ricerca, sottolineando l’urgenza di una soluzione che sia in linea con gli standard internazionali e che tenga conto delle specificità del sistema italiano. È necessario un intervento che costruisca un solido ponte tra il dottorato e l’entrata in ruolo, mitigando la precarietà che caratterizza le prime fasi della carriera accademica, ma al contempo garantendo la necessaria flessibilità nella scelta degli strumenti più idonei per garantire una ricerca di qualità e attrattiva. Non si tratta solo di garantire ai giovani ricercatori il diritto a una vita dignitosa, ma anche di evitare che l’Italia perda il suo capitale umano più prezioso.
Tuttavia, CRUI esprime perplessità sulla introduzione del professore aggiunto, sottolineando, inoltre, come l’introduzione di questa figura potrebbe generare confusione e disincentivare i giovani ricercatori.
CRUI e CoPER ribadiscono la necessità di lavorare in modo rapido e deciso per garantire un futuro alla ricerca italiana, all’altezza delle sfide globali e delle aspettative delle nuove generazioni.