SIAARTI, AISD, SIPaD e SIMG propongono la propria expertise tecnico-scientifica per definire criteri equilibrati sull’uso di oppiacei prescritti. Obiettivo: tutelare sia la sicurezza stradale sia il diritto alle cure dei pazienti
Roma, 2 dicembre 2024 – La Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI), l’Associazione Italiana per lo Studio del Dolore (AISD), la Società Italiana Patologie da Dipendenza (SIPaD) e la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) richiamano l’attenzione sulle recenti modifiche all’articolo 187 del nuovo Codice della Strada, approvate dal Senato il 20 novembre, offrendo la propria expertise per la definizione di normative applicative equilibrate che tutelino sia la sicurezza stradale sia i diritti dei pazienti.
“Le nuove disposizioni dell’articolo 187, che regolano la guida sotto l’effetto di sostanze psicotrope, includono farmaci oppiacei e benzodiazepine regolarmente prescritti, con potenziali conseguenze che potrebbero essere discriminatorie per i pazienti affetti da dolore cronico che assumono terapie controllate prescritte e già afflitti da condizioni debilitanti – osserva Elena Bignami, Presidente SIAARTI – È fondamentale, a garanzia dei pazienti, distinguere l’uso terapeutico controllato dall’uso illecito di sostanze psicotrope”.
Silvia Natoli, Responsabile Area culturale SIAARTI Medicina del dolore e cure palliative, evidenzia un dato significativo: “In Italia, circa 400.000 pazienti seguono terapie croniche con oppiacei, mentre 2,5 milioni li utilizzano per periodi limitati sotto stretto controllo medico. L’inclusione degli oppiacei tra le sostanze psicotrope sanzionabili potrebbe limitare il diritto alla mobilità di pazienti che assumono correttamente le terapie prescritte”.
Questi timori sono ribaditi da Claudio Leonardi, presidente SIPaD: “Le nuove norme potrebbero inoltre indurre i pazienti a interrompere le terapie per timore di ripercussioni legali, con conseguenti peggioramenti clinici, aumento della loro sofferenza e incremento del rischio di una guida sotto l’effetto del dolore acuto, che risulta scientificamente provato essere più compromettente di un eventuale effetto psicotropo degli stessi oppiacei prescritti per lenire il dolore cronico”.
“Riteniamo che la nuova normativa necessiti di criteri applicativi che non penalizzino chi segue in modo controllato le terapie prescritte”, ribadisce Natoli.
Oltre alle implicazioni pratiche, è essenziale considerare l’evidenza scientifica sull’impatto reale di questi farmaci. “È importante sottolineare che i pazienti in terapia cronica con oppiacei a dose stabile e monitorata presentano alterazioni psicofisiche comparabili a quelle indotte da altre categorie di farmaci non incluse nella normativa, come alcuni di quelli usati per il dolore neuropatico – precisa Luca Miceli, membro della Sezione SIAARTI Dolore cronico – La letteratura scientifica conferma che, quando assunti secondo prescrizione, questi farmaci non compromettono necessariamente la capacità di guida”.
“In questo contesto – aggiunge il past president SIAARTI Antonino Giarratano – la recente pubblicazione della linea guida sul ‘Buon uso dei farmaci oppiacei nella terapia del dolore croniconon da cancro dell’adulto’ rappresenta un importante strumento tecnico-scientifico. Frutto di una collaborazione multidisciplinare tra SIAARTI, SIMG e altre sei importanti società scientifiche e associazioni di pazienti, questo documento costituisce un punto di riferimento fondamentale per garantire l’appropriatezza prescrittiva e la sicurezza dei pazienti, promuovendo un uso responsabile dei farmaci oppiacei che bilanci efficacia terapeutica e minimizzazione dei rischi”.
SIAARTI, AISD, SIPaD e SIMG offrono la propria collaborazione tecnico-scientifica alle istituzioni per l’elaborazione di regolamenti attuativi e normative secondarie che, nel rispetto della legge, stabiliscano i criteri per la valutazione dell’idoneità alla guida dei pazienti in terapia con oppiacei, assicurando un equilibrio tra sicurezza stradale e il diritto alle cure e all’accesso alla terapia del dolore sancito anche dalla legge 38/2010.