Roma, 27 novembre 2024 – Un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha recentemente condotto due diversi esperimenti finalizzati a comprendere la natura profonda del sottosuolo sfruttando le caratteristiche geofisiche peculiari della Sardegna, una porzione di litosfera stabile nel mezzo del Mediterraneo in continuo movimento.
I due esperimenti, un rilievo gravimetrico e un array sismico, sono stati effettuati nella miniera dismessa di Sos Enattos (NU), il sito sardo candidato a ospitare l’infrastruttura di ricerca Einstein Telescope (ET). Grazie al cosiddetto “silenzio sismico” che rende così speciale il sito di Sos Enattos, queste sperimentazioni permetteranno di ampliare ulteriormente le conoscenze su come risuona la Terra nelle sue profondità.
Il rilievo gravimetrico, svolto nelle due principali gallerie estrattive dell’ex miniera di Sos Enattos, ha restituito una fotografia tridimensionale dell’assetto strutturale nel sottosuolo. I ricercatori hanno effettuato delle misurazioni gravimetriche in grado di rilevare la presenza di strutture, faglie, cavità e cunicoli, tutti caratterizzati da una diversa densità. Poter osservare le diverse densità presenti nel sottosuolo permette di ampliare i risultati degli esperimenti fisici e geofisici tuttora in corso nelle gallerie dell’ex miniera, rafforzando la collaborazione scientifica multidisciplinare al centro del progetto ET.
Nell’ambito del Sardinia Far Fault Observatory (FABER), un secondo gruppo di ricercatori dell’INGV ha condotto un altro esperimento con l’obiettivo di completare la mappa del rumore ambientale. Nel Comune di Bitti (NU) sono infatti stati installati diciassette sismometri a banda larga (array) secondo una speciale configurazione “ad elica” in grado di captare il rumore sismico ad alta frequenza d’onda che si propaga nei primi 200 metri di sottosuolo.
La strumentazione utilizzata, acquisita nell’ambito del progetto PNRR Monitoring Earth’s Evolution and Tectonics (MEET), restituirà dati utili per lo studio delle variazioni e delle sorgenti di quel “silenzio sismico” che rende unico il sito di Sos Enattos.