Tumori, Congresso Post ESMO di Women for Oncology Italy a Pavia

Prof.ssa Rossana Berardi

Pavia, 7 ottobre 2024 – La terapia di precisione e l’immunoterapia somministrate per le patologie più rare e difficili da affrontare stanno ottenendo buoni risultati: è questo uno dei dati di maggior rilevanza in campo oncologico che saranno illustrati durante il convengo Post Esmo organizzato a Pavia il prossimo 10 ottobre dall’associazione Women For Oncology Italy.

L’incontro si terrà all’Università di Pavia nella prestigiosa e suggestiva aula Foscolo dove l’illustre letterato, pronunciò con grande successo, il 22 gennaio del 1809, una famosa prolusione, “Dell’origine e dell’ufficio della letteratura” che attribuiva alle lettere un’importanza primaria nella formazione morale e civile dell’individuo.

L’appuntamento sarà utile per riportare nei dettagli in Italia le maggiori novità emerse durante il congresso internazionale ESMO, svoltosi a Barcellona nei giorni scorsi. “I farmaci innovativi rappresentano una delle più importanti chiavi di sviluppo dell’oncologia mondiale ed ora vengono testati con buona efficacia anche nella pratica clinica per le patologie più gravi”, specifica la Presidente di Women for OncologyItaly Rossana Berardi. Le cure più tradizionali come la radioterapia e la chemioterapia mantengono il proprio ruolo nella lotta ai tumori ma ora l’immunoterapia e la medicina di precisione rappresentano fattori di notevole efficacia nel contrasto alle patologie più severe o rare.

“C’è infatti un tema – spiega Laura Locati del direttivo di Women For OncologyItaly – di notevole interesse sui trattamenti molecolari mirati, sui nuovi farmaci, sull’immunoterapia sempre più anticipata e combinata ad altre strategie terapeutiche e sempre meno utilizzata da sola. E in particolare cerchiamo di ottenere target più precisi per affrontare le patologie oncologiche con maggiore efficacia. Quest’anno poi ESMO ha dedicato spazi davvero importanti alle divisioni nazionali di Women for Oncology per cui realizzare questo post ESMO 2024 sarà per noi davvero molto significativo essendo un momento di grande aggiornamento per tutti noi e per riportare adeguatamente gli update che ci sono arrivate dal congresso europeo”.

Uno studio a guida italiana, che sarà presentato a Pavia e che è stato oggetto di una plenaria a Barcellona, è lacombinazione tra radio-chemioterapia e immunoterapia che può sortire effetti importanti nel tumore della cervice uterina localmente avanzato – quindi non operabile – per il quale l’aggiunta dell’immunoterapia alla radio-chemioterapia ha dimostrato un’importante efficacia.

“Per anni – spiega Domenica Lorusso, Vice Presidente di Women for OncologyItaliye relatrice in plenaria all’appuntamento spagnolo – la radio-chemioterapia è stato il trattamento standard di questo tumore. Esistevano tuttavia alcuni dati preliminari i quali suggerivano che quando combiniamo l’immunoterapia e la radio-chemioterapia per affrontare il tumore della cervice uterina localmente avanzato, potremmo aumentare l’efficacia della stessa radio chemioterapia”.

Lo studio è stato realizzato arruolando più di mille pazienti in tutto il mondo, in 30 nazioni diverse e 176 centri che hanno randomizzato pazienti a fare la radio-chemioterapia da sola o quella combinata con la immunoterapia Pembrolizumab, seguita da mantenimento con immunoterapia per circa due anni.

“Per la prima volta in 25 anni abbiamo dimostrato che l’immunoterapia combinata alla radio-chemioterapia aumenta la sopravvivenza libera da progressione. Non solo, si è scoperto che a tre anni, questa terapia riduce del 32% il rischio di progressione e sempre a tre anni riduce del 33% il rischio di morte. Quando si verifica un miglioramento della sopravvivenza in un setting localmente avanzato, pertanto,si può guarire una quota maggiore di pazienti, con buona tollerabilità e non peggioramento della qualità di vita” conclude la prof.ssa Lorusso.

Al Post ESMO sarà evidenziato, tuttavia, anche un fattore di maggiore preoccupazione, ovvero le opportunità di accesso ai farmaci. “In questo caso vanno a inanellarsi tanti piccoli ritardi – spiegano dall’associazione – e alla fine ci troviamo di fronte ad un ritardo grande. Il percorso in Italia prevede che i medicinali debbano essere presentati all’Ema e poi recepiti dell’Aifa e quindi dalle singole regioni. Questo iter fa sì che il tempo medio tra l’approvazione dell’Ema e il recepimento dell’Aifa sia almeno un anno, un anno e mezzo. Se guardiamo alla Germania il giorno dopo che l’Ema ha approvato un farmaco questo è già disponibile. Noi non dobbiamo per questo assumere in toto il modello tedesco come migliore del mondo, ognuno ha percorsi calibrati sulla propria storia e la propria identità medica, ma se si potesse in qualche modo contenere questo arco di tempo tra approvazione Ema e approvazione Aifa sicuramente sarebbe tutto molto più semplice”.

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