Sostituzione via catetere della valvola tricuspide senza bisturi

La Cardiologia dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara effettua il primo intervento in Piemonte. Da oggi la “valvola dimenticata” può essere sostituita con una protesi, senza intervento chirurgico a torace aperto

Novara, 4 ottobre 2024 – All’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, l’équipe guidata dal prof. Giuseppe Patti, Direttore della Struttura Complessa di Cardiologia e del Dipartimento Toraco-Cardiovascolare, ha effettuato per la prima volta in Piemonte una procedura di sostituzione via catetere della valvola tricuspide. La paziente è stata trattata con successo ed è ora in ottime condizioni di salute, e verrà dimessa entro pochi giorni.

Una notizia straordinaria per i pazienti con insufficienza tricuspidale, che rappresenta una grave disfunzione valvolare cardiaca. Tali pazienti, pur avendo una malattia invalidante e ad alto rischio di mortalità, fino ad ora non potevano ricevere cure adeguate o addirittura non venivano affatto trattati, motivo per il quale la tricuspide è anche chiamata “la valvola dimenticata”.

“Finalmente adesso siamo in grado di trattare con una tecnica minimamente invasiva e in modo efficace anche le malattie della valvola tricuspide, senza dover sottoporre i pazienti all’intervento cardiochirurgico a cuore aperto, vale a dire senza aprire il torace e senza fermare il cuore. I risultati sono sorprendenti: l’impianto della protesi azzera, infatti, completamente la disfunzione valvolare. Va ricordato che i pazienti con insufficienza tricuspidale severa, oltre a soffrire di sintomi e segni debilitanti, come mancanza di fiato, edemi e gonfiori diffusi, nonché di complicanze epatiche e renali, sono spesso costretti a frequenti ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco”, ha commentato il prof. Patti.

“Quando la tricuspide si ammala con una insufficienza valvolare si crea un rigurgito di sangue all’interno del cuore. Forme trascurabili di tale rigurgito si rilevano anche in individui sani; le forme più gravi, invece, sono maggiormente frequenti con l’avanzare dell’età e spesso rappresentano lo stadio evolutivo terminale di altre condizioni patologiche cardiache e/o polmonari. L’insufficienza tricuspidalica clinicamente importante è una condizione frequente, che interessa circa il 4% delle persone di età superiore ai 75 anni. Si stima, però, che ad oltre il 90% delle persone con forme gravi di rigurgito non viene offerta nessuna forma di cura”, sottolinea ancora il prof. Patti.

La valvola tricuspide è difficile da trattare per la sua anatomia complessa e per la sua posizione di difficile accesso nel cuore. Il sistema di sostituzione valvolare transcatetere impiantato presso l’Ospedale Maggiore della Carità è stato progettato per risolvere questi problemi.

Il sistema è composto da una struttura in nitinolo (un metallo elastico autoespandibile), da una fascia in tessuto e da lembi di tessuto pericardico animale, equivalente a quello delle tradizionali protesi valvolari cardiache. Viene impiantata inserendo un catetere nella vena femorale, attraverso la quale si avanza la protesi fino al cuore. Il rilascio è guidato dall’ecografia e la protesi si aggancia all’anello valvolare, azzerando il rigurgito, ripristinando la normale funzione della valvola tricuspide.

“La valvola è stata introdotta sul mercato dopo aver ottenuto il marchio approvativo grazie allo studio internazionale TRISCEND II. Lo studio, che ha reclutato 150 pazienti, ne ha valutato la sicurezza e l’efficacia in combinazione con la miglior terapia farmacologica disponibile, rispetto al solo trattamento farmacologico. I dati dimostrano che, nei primi 150 pazienti trattati, tutti con insufficienza tricuspidale severa, il sistema ha permesso la sostituzione della valvola con successo nel 95.8% dei casi, mettendo in evidenza la superiorità di questa protesi rispetto alla sola terapia farmacologica. Sono stati inoltre dimostrati ottimi risultati in termini di miglioramento della qualità di vita a 6 mesi dall’impianto”, riferisce il prof. Patti.

“È stato possibile eseguire l’intervento grazie alla lungimiranza del nostro Direttore Generale, il dott. Gianfranco Zulian, e del nostro Direttore Sanitario, la dott.ssa Daniela Kozel, costantemente attenti alle innovazioni per il miglioramento della cura dei pazienti, sempre nell’ottica della loro sostenibilità economica. Per la riuscita dell’operazione devo ovviamente ringraziare la mia straordinaria équipe, in particolare il dott. Marco Mennuni, le dott.sse Anna Degiovanni e Simona De Vecchi, nonché l’anestesista dott.ssa Benedetta Barberi e tutto il personale Infermieristico e Tecnico, che hanno tutti insieme collaborato per il raggiungimento di questo straordinario risultato”, conclude il prof. Patti.

“Il Piemonte, con l’intervento eseguito presso l’AOU di Novara, è tra le primissime Regioni italiane, insieme soltanto alla Lombardia e al Veneto, ad aver implementato l’introduzione della protesi valvolare tricuspidalica per via trans-catetere. La nostra Cardiologia si conferma un’eccellenza nel territorio Nazionale ed è continuamente impegnata per dare ai nostri pazienti le migliori risposte di diagnosi e cura”, ha commentato il prof. Patti.

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