Alberto e Salvo nel gruppo di cinque atleti che ha compiuto un’impresa senza precedenti: correre per oltre 42 km nonostante gli effetti di una malattia ritenuta sinonimo di immobilità.
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Torino, 6 novembre 2015 Per la prima volta c’erano anche due pazienti del Centro emofilia dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino tra i cinque “runners” emofilici che domenica scorsa hanno portato a termine con successo la Maratona di New York.
Alberto e Salvo, rispettivamente 30 e 46 anni, entrambi torinesi, hanno fatto parte del quintetto di temerari che nella Grande Mela ha compiuto un’impresa e infranto un tabù: correre una maratona dimostrando che il paziente emofilico, allenato e seguito in modo adeguato, non è affatto destinato all’immobilità.
“Hanno fatto qualcosa di davvero straordinario che servirà da esempio e darà fiducia a tutti gli emofilici d’Italia e non solo – afferma la dott.ssa Maria Messina, responsabile del Centro regionale per le malattie emorragiche e trombotiche ereditarie in età pediatrica della Città della salute e della Scienza di Torino – Abbiamo seguito passo passo Alberto e Salvo durante tutta la loro preparazione. Anche domenica scorsa, con grande emozione, lungo tutti i 42 km della corsa attraverso la app ufficiale della Maratona di New York”.
L’emofilia è una malattia rara congenita che si spiega con l’assenza di una proteina necessaria alla coagulazione del sangue: una delle sue conseguenze è l’artropatia emofilica, favorita dai sanguinamenti spontanei che possono riguardare le cavità articolari. Tutti e cinque i runners impegnati domenica scorsa sulle strade della Grande Mela ne sono stati colpiti e, nel corso degli anni, si sono dovuti sottoporre ad un intervento di chirurgia maggiore per impiantare una protesi laddove (ginocchio o anca) l’artropatia aveva compromesso l’articolazione. Hanno ripreso la loro vita di tutti i giorni, ma quest’anno sono andati oltre e hanno osato l’impossibile. Sotto la guida della dott.ssa Eleonora Forneris, fisioterapista borsista del Centro Emofilia del Regina Margherita, hanno intrapreso un programma personalizzato di allenamento che li ha visti correre in strada e su pista, allenarsi in palestra e in piscina, arrampicarsi sulle montagne del Piemonte e della Francia, con una serie di escursioni a intensità crescente.
“Tutti questi allenamenti, resi possibili dalla terapia medica e fisioterapica, hanno migliorato notevolmente le condizioni cliniche del loro sistema muscolo-scheletrico e hanno consentito performance fino a ieri ritenute impossibili”, spiega la dott.ssa Forneris, che ha seguito di persona la spedizione a New York e corso assieme ai due runners torinesi.
Il gruppo ha potuto contare sull’apporto di un’èquipe multidisciplinare, composta anche da ematologi dei Centri emofilia di Torino, Milano e Pescara. Il trait-d’union tra i maratoneti è rappresentato dai ferri del chirurgo milanese Luigi Piero Solimeno, direttore del reparto di Ortopedia e traumatologia del Policlinico di Milano. È stato lui, tra il 2004 ed il 2014, ad operare i cinque runners. A sostenere l’impresa dal punto di vista economico è stata la Fondazione Paracelso di Milano, che si occupa di malattie rare e di emofilia in particolare.
fonte: ufficio stampa