Tumore al seno, sviluppato protocollo ‘salva-protesi’ anche in caso di infezione. Prima volta in Italia

Prof.ssa Lucia Del Mastro, Direttore dell’Unità Operativa Clinica di Oncologia Medica e Coordinatrice della Breast Unit dell’Ospedale Policlinico San Martino: “Si conferma l’importanza che le pazienti con diagnosi di tumore al seno vengano trattate all’interno della Breast Unit”

Genova, 5 luglio 2024 – Per la prima volta in Italia è stato sviluppato presso la Breast Unit dell’Ospedale Policlinico San Martino uno speciale protocollo, denominato ‘salva-protesi’, per consentire alle pazienti operate di tumore della mammella di mantenere sempre il volume del proprio seno, anche in caso di infezione della protesi.

A svilupparlo la dott.ssa Simonetta Franchelli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva, e il prof. Andrea De Maria, infettivologo, sotto la supervisione del prof. Piero Fregatti, chirurgo senologo referente dell’Unità Operativa Clinica di Chirurgia Senologica, struttura facente parte della Breast Unit del Policlinico, coordinata dalla prof.ssa Lucia Del Mastro.

Grazie a questo innovativo protocollo, in caso di accertato o sospetto/probabile rischio di infezione la paziente viene sottoposta, con un unico intervento, alla rimozione e sostituzione della protesi, grazie alla possibilità di salvare, con una terapia antibiotica mirata pre e post-operatoria, la tasca protesica, per un tasso di successo terapeutico pari al 100%.

Monitoraggio e tempestività d’intervento i punti cardine alla base del protocollo, che prevede un’attenta sorveglianza della paziente operata con circa due accessi ambulatoriali settimanali nel primo mese post-operatorio e accessi una volta al mese nei successivi 6 mesi, fino ad estendere la sorveglianza delle pazienti anche ai 12 mesi successivi. Le complicanze infettive possono essere infatti precoci (entro i primi 2 mesi) o tardive (entro l’anno).

Prof.ssa Lucia Del Mastro

Per l’accesso al protocollo di salvataggio, resta tuttavia necessaria un’attenta valutazione clinica delle pazienti, che tenga conto del tipo di germe responsabile dell’infezione, del grado di compromissione dei tessuti locali e della possibilità di inserirsi senza creare ostacoli alle terapie oncologiche imprescindibili; passaggio indispensabile per confermare o meno la candidabilità all’intervento.

“Ancora una volta un risultato che ci rende orgogliosi, frutto di un grande lavoro messo in campo da tutto il personale della nostra Breast Unit, che dispone di tutte le caratteristiche e le risorse per seguire ad altissimo livello e a 360 gradi le pazienti affette da tumore alla mammella” commenta il Direttore Generale dell’Ospedale Policlinico San Martino Marco Damonte Prioli.

“Si conferma l’importanza che le pazienti con diagnosi di tumore al seno vengano trattate all’interno della Breast Unit. La gestione multidisciplinare, la competenza di diverse figure professionali sono garanzia dell’elevato livello della qualità del percorso diagnostico-terapeutico non solo per quel che riguarda le indagini radiologiche e i trattamenti, ma, come nel caso di questo protocollo, anche per la gestione delle possibili complicanze” aggiunge Lucia Del Mastro, Direttore dell’Unità Operativa Clinica di Oncologia Medica e Coordinatrice della Breast Unit dell’Ospedale Policlinico San Martino.

“Lo slogan ‘Mai più senza seno’ descrive perfettamente questo grande traguardo raggiunto dalla Clinica di Chirurgia Senologica del Policlinico San Martino. Grazie al protocollo sviluppato dalla dott.ssa Franchelli e dal prof. De Maria, riusciamo a garantire un esito ricostruttivo estetico in tutte le pazienti, anche quelle con complicazioni serie come un’infezione protesica. Confrontandomi più volte con altre realtà sul territorio italiano, questa nostra opzione terapeutica ci rende unici” conclude Piero Fregatti, Chirurgo Senologo Referente dell’Unità Operativa Clinica di Chirurgia Senologica dell’Ospedale Policlinico San Martino.

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