Pisa, 17 maggio 2024 – L’Unità operativa di Chirurgia epatica e del trapianto di fegato è stata recentemente protagonista a due dei principali congressi internazionali sul trapianto epatico, presentando la sua esperienza nell’utilizzo della perfusione normotermica regionale associata all’utilizzo della perfusione ex-situ dei fegati provenienti da donatori Dcd (Donation after cardiac death) anziani, esperienza che sarà decisiva nella stesura delle nuove linee guida sull’argomento.
“La particolarità della nostra esperienza – spiega Davide Ghinolfi, direttore facente funzione dell’Unità operativa – è che i tempi per l’accertamento di morte cardiaca in Italia sono di 20 minuti, 4 volte superiori agli altri Paesi. Questo in teoria espone gli organi prima del prelievo ad un rischio maggiore di danno ischemico. I nostri donatori hanno inoltre una età media molto superiore a quella degli altri Paesi e quindi la combinazione dei tempi di ischemia con l’età rende questi organi più rischiosi dal punto di vista dei risultati”.
“Nella nostra esperienza abbiamo utilizzato una combinazione di tecnologie che permette la perfusione del fegato sia nel donatore che fuori dal corpo una volta che è stato prelevato, che ci hanno permesso di ottenere risultati assolutamente sovrapponibili a quelli di altri Paesi dove l’ischemia è solamente 5 minuti e l’età media dei donatori è di poco superiore ai 40 anni. Si tratta di un piccolo miracolo tecnologico che ci ha permesso fino ad ora di trapiantare 16 pazienti con ottimi risultati”, prosegue Ghinolfi.
Il lavoro è stato presentato sia al congresso della Esot-European society for organ transplantation a Madrid da Giovanni Tincani sia al congresso della Ilts-International liver transplant society a Houston (USA) da Daniele Pezzati.
A testimonianza del riconoscimento internazionale Ghinolfi è stato inoltre invitato a tenere sia a Madrid che a Houston una lettura sull’utilizzo delle perfusione regionale normotermica nei donatori da morte cardiaca e sulla perfusione d’organo ex-situ davanti ai massimi esperti mondiali del settore ed è stato nominato dalla Esot responsabile del gruppo di lavoro che redigerà le linee guida sull’argomento.
“Nei prossimi mesi – conclude – saremo inoltre impegnati nella stesura di ulteriori studi e linee guida sull’argomento in collaborazione con i principali centri trapianto di fegato del mondo. Tutto questo è frutto di un lavoro di squadra svolto quotidianamente da tutta l’equipe medica, infermieristica, tecnica e di supporto, che permette di garantire ai pazienti i più moderni standard in campo trapiantologico epatico e dall’OTT-Organizzazione Toscana Trapianti che assicura un sistema di donazione ai vertici mondiali per numero e qualità”.