Roma, 6 marzo 2024 – Le carenze registrate in Italia sul fronte della mobilità sostenibile su ferro, ovvero metropolitane, tranvie e ferrovie suburbane, impattano in modo diretto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, peggiorando la qualità dell’aria e incentivando le emissioni inquinanti prodotte dal traffico veicolare privato. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) commentando il report diffuso oggi da Legambiente.
“In Italia il traffico veicolare contribuisce alle emissioni totali di gas serra nella misura del 23% (di cui il 60% circa attribuibile alle sole autovetture), alle emissioni di ossidi di azoto per circa il 50% e alle emissioni di particolato per circa il 13%, con costi sociali stimabili in 34 miliardi di euro annui”, afferma il presidente Alessandro Miani.
“I veicoli a motore endotermico, alimentati da combustibili fossili, sono responsabili della produzione di 190 tonnellate di PM2.5 e 232 tonnellate di PM10 all’anno, a cui si aggiungono le emissioni di anidride carbonica, di ossidi di azoto e di tante altre sostanze tossico nocive prodotte soprattutto dai motori a gasolio”, prosegue Miani.
“Sul fronte sanitario, con un decremento di PM2.5 di 10 microgrammi al metro cubo (media annuale) ci si aspetterebbe una diminuzione della mortalità generale del 7%, del 26% quella per eventi coronarici, del 10% per malattie cardiovascolari e respiratorie e del 9% per tumori polmonari – conclude Miani – Proprio per questo l’Italia deve impegnarsi a favorire i trasporti sostenibili migliorando le infrastrutture, incrementando la rete ferroviaria e metropolitana e offrendo ai cittadini valide alternative all’uso delle autovetture private”.