Al MUSE la Geologia diventa digitale

Trento, 28 dicembre 2023 – Si chiama GEOdi ed è un progetto del MUSE Museo delle Scienze di Trento, cofinanziato dal “Fondo per la Cultura” del Ministero della Cultura che ha permesso di digitalizzare e rendere accessibili online le schede di 11.500 reperti, parte del patrimonio geologico e mineralogico del MUSE e della sede territoriale del Museo Geologico delle Dolomiti a Predazzo.

Con l’obiettivo di valorizzare le proprie collezioni e renderle davvero patrimonio collettivo, il progetto ha supportato le azioni di inventariazione, geolocalizzazione e messa a disposizione virtuale dei reperti, oltre allo sviluppo di una serie di azioni di comunicazione che il museo rende disponibili in questi giorni. Oltre a un video, a inizio 2024 saranno infatti pubblicati 10 podcast dedicati alla divulgazione geologica per l’infanzia e un’esperienza virtuale in 3D fruibile presso il museo tramite visori. Grazie alla realtà virtuale, visitatrici e visitatori potranno vivere un’esperienza immersiva alla scoperta del patrimonio geologico trentino.

Obiettivo del progetto, che ha avuto una durata complessiva di sedici mesi, è stimolare la conoscenza e l’interesse per il mondo della mineralogia e della petrografia nei suoi diversi aspetti di geodiversità, fornendo strumenti interpretativi e valorizzando il patrimonio geo-mineralogico del territorio. Ora i dati geolocalizzati verranno trasferiti anche al portale europeo GeoCASe.eu, che raccoglie 1.700.000 record di minerali, rocce e fossili provenienti da 212 paesi differenti e appartenenti alle collezioni di Scienze della Terra dei più importanti musei europei.

“Grazie a questo progetto – spiega Maria Chiara Deflorian, curatrice delle collezioni per il MUSE – abbiamo avuto l’opportunità di compiere un deciso passo avanti nella digitalizzazione delle collezioni del MUSE. Nello scenario internazionale questo processo ha assunto ormai un ruolo cardine nella gestione delle collezioni scientifiche. Trasformati in “Digital extended specimens”, i campioni conservati nei musei possono essere fruiti dalle ricercatrici e dai ricercatori di tutto il mondo, così come da appassionati e curiosi, divenendo veramente patrimonio pubblico”.

“Il catalogo digitale sviluppato nel corso del progetto si ispira ai principi FAIR che guidano la condivisione dei dati di ricerca, perché siano Findable / Rintracciabili, Accessible / Accessibili, Interoperable / Interoperabili e Re-usable / Riutilizzabili. Inoltre, abbiamo voluto far conoscere le collezioni e veicolare i contenuti della geologia in modo coinvolgente e immersivo, con la realizzazione di un’esperienza in realtà virtuale e dei podcast dedicati, soprattutto, ai bambini”, prosegue Deflorian.

“Negli ultimi decenni, il ruolo chiave delle collezioni di storia naturale per l’interpretazione dei processi di trasformazione ecosistemica e sociale ha acquisito un riconoscimento universale. Nei musei preserviamo il passato e discutiamo del presente per affrontare il futuro – spiega il direttore del settore ricerca MUSE Massimo Bernardi – La digitalizzazione delle collezioni è uno dei più potenti strumenti per rendere accessibili i reperti conservati nei depositi dei musei, perché possano essere impiegati per generare nuove conoscenze e fruiti da tutte e tutti”.

“In linea con la nostra mission, abbiamo proposto al Ministero della Cultura questo progetto che mette in valore geologia, collezioni e territorio: storie di rocce e storie umane intrecciate tra loro a plasmare paesaggi e culture. Siamo lieti il Ministero abbia deciso di supportare questo progetto che riconosce l’importanza fondamentale dei musei quali luoghi di conservazione, ricerca e fruizione del patrimonio naturale e culturale”, conclude Bernardi.

(foto: Pixabay)

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