Roma, 30 novembre 2023 – “Sulla fecondazione in vitro è urgente impiegare con maggiore sistematicità le nuove metodologie che oggi vengono adottate per migliorarne il successo, considerato che le problematiche relative alla sterilità di coppia hanno assunto una notevole rilevanza sociale, in un Paese a crescita zero e con un saldo negativo tra nascite e morti. Attualmente, in Italia la fecondazione in vitro contribuisce al 3% circa delle nascite, vale a dire circa 11mila nati, mentre nel mondo sono nati più di 5 milioni di bambini”. È l’allarme lanciato dal prof. Ermanno Greco, presidente della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.), in occasione del Congresso Nazionale della Società che si è aperto oggi a Roma.
L’evento, in programma fino a domani presso la sede dell’Università Medica Internazionale UniCamillus di Roma, è organizzato insieme alla Società Italiana Policistosi Ovarica (SIPO) per affrontare, in un dibattito diffuso con medici e ricercatori, le tante tematiche del settore.
Secondo Greco, occorre “un’attenta riflessione anche sull’età delle donne” che decidono di affrontare questo tipo di percorso. “Oggi – ha precisato – l’età media di accesso della donna a un Centro di fecondazione assistita è superiore ai 38 anni e ciò determina notevoli ripercussioni sulle percentuali di successo dell’intervento, che sono del 15% a fresco e del 35% cumulativo”.
Il Congresso ha messo allora in luce le tecniche da “adottare in questa fascia di pazienti – ha spiegato Greco – dai protocolli di stimolazione ormonale a quelli utilizzati per scegliere l’embrione migliore da trasferire all’interno della cavità uterina, con un focus particolare sulla tecnica di diagnosi genetica reimpianto”. Il Congresso ha quindi permesso di approfondire temi complessi come la fecondazione in vitro, il ruolo della diagnosi genetica preimpianto e quello relativo alle patologie oncologiche, ginecologiche e dell’endometriosi.
È stata inoltre l’occasione per parlare delle tecniche di preservazione della fertilità, del ruolo dell’infertilità maschile e delle disfunzioni sessuali, ma anche delle strategie di supporto alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) nella donna con la Sindrome dell’ovaio policistico, con un nuovo approccio green alle tecniche di procreazione assistita.
Infertilità di coppia e inquinamento atmosferico
Ampio spazio al Congresso è stato assegnato alle tecniche di preservazione della fertilità femminile, che rivestono un’importanza strategica in una società in cui la donna cerca la gravidanza sempre più tardi. Ad aprire dibattiti e problematiche è però anche l’infertilità maschile, che oggi è in costante aumento, tanto da arrivare a costituire il 50% delle infertilità di coppia. In questa prospettiva, ha detto Greco, assumono un rilievo “sempre maggiore sia la diagnosi sia le terapie in grado di migliorare la capacità fecondante dello spermatozoo a base di ormoni o di integratori naturali”.
L’inquinamento atmosferico comporta “drammatiche” ricadute sulla fertilità umana ed è “essenziale” mantenere uno stile di vita sano, grazie soprattutto a un regime alimentare che vede nella Dieta Mediterranea un punto di riferimento fondamentale.
“L’alto livello di agenti inquinanti nell’aria di molte città italiane – ha sottolineato Greco – è infatti una delle principali cause dell’infertilità maschile e femminile, e dell’insorgenza di malattie genetiche. In un periodo di ecosostenibilità non sfugge neanche la fecondazione in vitro, soprattutto con l’incremento del numero dei cicli in Italia (nel 2020 circa 90mila) e a livello mondiale (circa un milione e mezzo). Al riguardo, occorre sviluppare meglio le strategie da adottare per diminuire l’impatto sull’ambiente delle tecniche di fecondazione assistita”.
Tra i tanti temi del Congresso, infine, anche la fecondazione eterologa, possibile in Italia dal 2014 grazie a una sentenza specifica della Corte Costituzionale. Questa tecnica è in “costante aumento – ha aggiunto Greco – e sempre minore è il numero di pazienti che si reca all’estero per praticarla. Sono circa 11mila le coppie che nel 2021 si sono sottoposte a tale procedura, con una percentuale di nati vivi intorno al 30%, pari a circa 3.000 bambini nati”, ha concluso.