Roma 17 ottobre 2023 – “Le parole del Presidente del Consiglio in merito alle misure sulla sanità contenute nella manovra economica 2024 – “saranno defiscalizzati gli straordinari dei medici e la retribuzione di risultato finalizzata all’abbattimento delle liste d’attesa” – suscitano non poche perplessità”, commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio.
“Per accorciare i tempi di attesa, la cui lunghezza ha cause strutturali, si pensa – prosegue Di Silverio – di chiedere più ore a un personale stremato da una carenza di organico drammatica e un peggioramento senza precedenti delle condizioni lavorative. Come se l’orario di lavoro dei medici e dei dirigenti sanitari fosse una variabile indipendente disponibile ad libitum: 38 ore di debito contrattuale, il più alto del comparto sanità, turni notturni e festivi extra a causa della carenza di personale, 2,5 mln di ore richieste per la riduzione delle liste di attesa, altri 10 mln di ore eccedenti, nemmeno retribuite o recuperate, e 5 mln di giornate di ferie arretrate. Senza considerare che 6 su 10 si scoprono in burn-out, dopo una pandemia che li ha prosciugati di energie fisiche e mentali, a una età media che li vede al primo posto al mondo. Non c’è spazio per “più ore”, un nuovo cottimo senza flat tax”.
“Negli ospedali e nei presidi territoriali – ricorda Di Silverio – oggi mancano all’appello 15.000 medici, anche grazie alla fuga di 10 di loro ogni giorno. Eppure, la parola “assunzioni” non compare, tantomeno l’impegno a eliminare un tetto di spesa anacronistico, facile alibi per le regioni che non vogliono assumere. E la promessa rivalutazione del trattamento economico di tutto il personale medico e sanitario è rinviata a futura memoria, malgrado le retribuzioni dei medici dipendenti siano, oggi, al terzultimo posto in Europa. Ma per la sanità privata spuntano 600 milioni che rafforzano il ruolo dello Stato come suo primo cliente”.
“Detassare lo straordinario non risolverà nessun problema, né quello delle liste di attesa né la crisi vocazionale dei medici nel sistema pubblico. L’ennesima scorciatoia che non costa niente e dà l’illusione di fare qualcosa. Mentre i medici della sanità privata hanno la detassazione dell’intero salario accessorio, un ulteriore vantaggio competitivo nei confronti del sistema pubblico”.
“Pur apprezzando lo sforzo economico, per ora solo dichiarato, per il rinnovo contrattuale della sanità – prosegue Di Silverio – non possiamo condividere la vision che sembra emergere dagli atti del Governo: ti pago di più se lavori di più”.
“In un panorama cosi desolante, la scelta di detassare un lavoro straordinario per definizione eccezionale o una parte di orario di lavoro dedicata a un irrisorio salario di risultato, ci sembra incapace di produrre apprezzabili effetti economici o assistenziali. A differenza della detassazione dell’indennità di specificità, come richiesto in più occasioni, o del suo incremento”.
“La crisi della sanità pubblica è intrecciata con quella dei suoi professionisti fino a rappresentare un’emergenza cui far fronte in tempi ravvicinati e con risorse congrue e spendibili. Ma la manovra economica 2024 non certifica la volontà di investire in un settore, che vale 11 punti di Pil, fondamentale per la vita civile e sociale dei cittadini. Nessun taglio del cuneo fiscale compenserà mai il ceto medio-basso per ‘spese disastrose’ causate da un bisogno di salute che non trova risposte nel sistema sanitario pubblico”.
“È il momento – conclude Di Silverio – che la politica faccia la sua parte perché, entro pochissimo tempo, il SSN arriverà a un punto di non ritorno e con esso un patrimonio professionale chiamato a tutelare la salute dei cittadini, ‘fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività’. Noi non staremo a guardare”.