I controlli fra luglio e agosto rivelano il mancato rispetto dei tempi, la chiusura delle agende e problemi anche nella pratica dell’intramoenia. Inefficienze organizzative, mancanza di personale e veri e propri reati minano l’accesso a visite, esami e interventi su tutto il territorio nazionale
Roma, 8 settembre 2023 – Da Udine a Catania, da Torino a Campobasso, i controlli dei Nas hanno fotografato in tutta Italia il fenomeno delle liste d’attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie. Il quadro che emerge è drammatico: quasi il 30% delle 3.884 agende esaminate non rispetta i tempi stabiliti dalla legge.
“Il blitz dei Nas ci dimostra che, nonostante il Piano Nazionale di Governo delle liste di attesa e i fondi stanziati ad hoc per ridurre le liste di attesa, siamo molto lontani dall’aver migliorato la situazione. Ci sono molte cause che alimentano il fenomeno: alcune di natura organizzativa, ad esempio la carenza di personale, altri sono veri e propri reati come la sospensione delle prenotazioni, il cosiddetto problema delle liste bloccate. Questi vanno prevenuti e affrontati con tutti gli strumenti a disposizione per ripristinare il diritto alla salute dei cittadini e garantire la sostenibilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale”, dichiara Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale di Cittadinanzattiva che a maggio ha dato il via alla campagna “Urgenza Sanità” e che ha aderito alla mobilitazione nazionale del prossimo 7 ottobre.
Purtroppo si tratta di una situazione non nuova e che conferma gli ultimi dati del Rapporto annuale di Cittadinanzattiva sulla sanità: le segnalazioni dei cittadini raccontano di attese fino a 2 anni per una mammografia di screening, o di 3 mesi per un intervento per tumore all’utero che andava effettuato entro un mese, 2 mesi per una visita specialistica ginecologica urgente da fissare entro 72 ore. Inoltre, i cittadini lamentano anche disfunzioni nei servizi di accesso e prenotazione, ad esempio determinati dal mancato rispetto dei codici di priorità, difficoltà a contattare il Cup, impossibilità a prenotare per liste d’attesa bloccate o sospese.
“Per aggredire il problema delle liste di attesa – aggiunge Mandorino – occorre investire sulle risorse umane e tecniche e ampliare gli orari di apertura al pubblico degli ambulatori; mettere in rete nei Cup le agende di prenotazione di tutte le strutture sanitarie pubbliche e private convenzionate, per favorire una migliore programmazione e trasparenza dei tempi di attesa; bloccare, a livello regionale, le prestazioni in intramoenia laddove superino nel numero quelle erogate nel canale pubblico, come già previsto dallo stesso Piano Nazionale di Governo delle liste di attesa 2019-2021”.