La posizione della Società Italiana di Immunologia e Allergologia Pediatrica sulle segnalazioni avvenute in America di possibili problemi dermatologici nei bambini dopo l’uso di prodotti con filtri solari. Il vero pericolo – affermano gli esperti – sono le scottature: 5 episodi sotto i 20 anni aumentano fino all’80% la possibilità di sviluppare melanoma o altri tumori della pelle. Come scegliere i prodotti più adatti per evitare dermatiti da contatto
Napoli, 11 agosto 2023 – L’American Academy of Pediatrics ha recentemente consigliato prudenza per l’utilizzo di alcuni tipi di creme solari tra le più diffuse perché una sostanza contenuta in molti marchi di prodotti, l’ossibenzone è stata segnalata come pericolosa da due autorevoli enti scientifici americani, l’EWG (Environmental Working Group) e la FDA (Food and Drug Administration). Quando vengono diffuse segnalazioni di questo genere, suscettibili di generare preoccupazione nei tanti genitori che in questo periodo portano al mare bambini anche molto piccoli, è necessario che gli esperti in materia chiariscano quali sono i reali rischi e come evitarli.
“Gli studi all’origine di questo allarme sono certamente seri – afferma il prof. Michele Miraglia Del Giudice, presidente della SIAIP, Società Italiana Allergologia e Immunologia Pediatrica – Tuttavia va detto che l’ossibenzone, che può essere indicato sulle etichette anche come oxybenzone, benzofenone-3 o BP-3, in Italia non è presente in tutte le creme solari ma solo nel 20%. È quindi abbastanza facile per i genitori evitarlo leggendo l’etichetta sulle confezioni”.
“Questo va detto perché ritengo molto pericoloso che si diffonda nel pubblico un atteggiamento di scetticismo se non di sospetto verso tutti i filtri solari – sottolinea Del Giudice – Questi devono usati, sempre e con attenzione, perché le scottature solari durante l’infanzia o l’adolescenza possono aumentare le probabilità di sviluppare il melanoma negli anni a venire, nella vita adulta. Secondo l’American Academy of Dermatology cinque o più scottature solari sotto i 20 anni aumentano il rischio di melanoma dell’80% e il rischio di altri tipi di cancro della pelle del 68%”.
Questo è il vero rischio. Certo le creme solari – anche tolte quelle con ossibenzone facili da individuare e evitare – qualche problema possono sempre darlo: irritazioni, dermatiti da contatto, allergie cutanee provocate da alcuni loro componenti come l’acido para-amminobenzoico (PABA), l’octocrylene, i salicilati, pur non frequentissime sono sempre possibili. Addirittura si verificano a volte dermatiti da contatto fotoallergiche, causate da un allergene prodotto a partire dal filtro chimico dopo la sua esposizione ai raggi solari.
“Le creme solari si distinguono in due grandi gruppi, fisiche o chimiche – spiega la dott.ssa Elisabetta D’Addio, JM SIAIP e AIF in Pediatria all’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli di Napoli – Le prime, a base di ossido di zinco e biossido di titanio, difficilmente causano irritazioni o ipersensibilità cutanea e agiscono costruendo una barriera meccanica che riflette i raggi UV. Le seconde a loro volta possono difendere sia dai raggi UVA che da quelli UVB. In queste protezioni chimiche possono essere presenti sostanze come i benzofenoni, l’acido para-amminobenzoico, l’octotrylene e altri”.
“Per le loro caratteristiche intrinseche queste sostanze possono irritare la pelle che può tradursi in dermatiti da contatto. Il rischio di sviluppare reazioni allergiche è ancora più concreto per i piccoli con dermatite atopica, per l’assenza di una integrità della barriera cutanea che li espone maggiormente agli insulti esterni”, aggiunge la dott.ssa Angela Klain, JM SIAIP e AIF in Pediatria presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
“Tuttavia i possibili effetti avversi delle creme solari nei bambini sono tutti curabili, affrontabili e soprattutto rari – chiarisce il prof. prof Miraglia Del Giudice – Se si vuole ridurre la possibilità che si verifichino, consiglio l’uso di prodotti con ingredienti a base minerale come l’ossido di zinco, leggeri ed idrorepellenti, particolarmente indicati in caso di dermatite atopica, in quanto proteggono e riparano la barriera cutanea. Ma il vero pericolo, questo voglio sottolineare con forza, è il non usare affatto le creme solari per timore di questi disturbi”.
In accordo con la SIP (Società Italiana di Pediatria, ecco i consigli SIAIP per l’estate al mare
Le regole d’oro da ricordare prima di portare i bambini in spiaggia
- I neonati di età inferiore ai 6 mesi non devono mai essere esposti al sole.
- I piccoli tra i 6 mesi e i 3 anni possono stare al sole solo utilizzando filtri con fattore SPF +50.
- Far indossare sempre indumenti confezionati con tessuti protettivi riconoscibili dalla sigla UPF 15,30,50 riportata sull’etichetta.
- Utilizzare sempre occhiali da sole con lenti a filtro UV.
- Per i piccoli al di sopra di un anno di età sono da preferire le creme solari con filtri fisici.
- Per i bambini con pelle intollerante/atopica sono indicati esclusivamente i filtri solari fisici.
- Dopo i 3 anni non applicare mai creme solari con protezione inferiore a SPF 30.
- Applicare la crema a casa almeno 20 minuti prima dell’esposizione e rinnovare la protezione ogni due ore.