“Allo stato attuale, occorrerebbe monitorare la situazione per stabilire se siamo di fronte ad un unicum o se l’attuale situazione rischia di diventare sempre più frequente”, spiega il prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT. “Ancora una volta, occorre insistere e tentare di aumentare il tasso di aderenza alla vaccinazione”, aggiunge il prof. Cricelli, Presidente SIMG
Roma, 7 aprile 2023 – È ancora in corso una stagione di malanni particolarmente violenta: a pesare non è soltanto la circolazione del virus influenzale, ma anche quello sincinziale. Tale combinazione ha comportato un importante impatto sia in termini numerici che in ospedalizzazioni. Basti ricordare che solo il virus influenzale porta al decesso ogni anno tra i 5mila e i 15mila italiani.
Le cause della problematica stagione influenzale
“Se negli anni scorsi, in questi giorni, la stagione influenzale poteva dirsi ormai chiusa, quest’anno si protrarrà almeno sino a fine aprile – sottolinea il prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT – Diverse le cause: le avverse e alterne condizioni meteorologiche; la ridotta campagna di vaccinazione antinfluenzale; la scarsa immunità della popolazione, conseguenza delle misure di contenimento del Covid-19. A proposito dell’ultimo punto, il contenimento anticoronavirus, che è stato certamente utile al fine di evitare la sua diffusione massiva, ha ridotto anche la circolazione di altri virus, lasciando la popolazione sguarnita, soprattutto quella più giovane e non vaccinata, nei confronti degli altri virus. Allo stato attuale, occorrerebbe monitorare la situazione per stabilire se siamo di fronte ad un unicum o se l’attuale situazione rischia di diventare sempre più frequente”.
L’importanza della vaccinazione
“La stagione influenzale di quest’anno ha avuto caratteristiche particolari – spiega il prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – È iniziata presto, alla 42esima settimana e non all’abituale 48esima, per poi raggiungere un piccolo alto e duraturo, per poi continuare a tenersi parecchio alta per tutta la stagione invernale. Allo stato attuale, si osserva un calo lento e progressivo, ma siamo ancora sopra la soglia epidemica: se tra adulti e anziani si parla solo di 5,8 casi per 1.000 abitanti, per i bambini risulta molto elevata”.
“Particolarmente importanti i numeri totali delle sindromi simil influenzali: alla fine di marzo si parlava di circa 13 milioni di cittadini coinvolti, numero destinato ad aumentare fino a fine aprile – spiega il prof. Cricelli – Ad essere circolato non è stato soltanto il virus dell’influenza, soprattutto quello A rispetto a quello B, ma anche tanti altri simili: in particolare quello SARS-CoV-2, il virus respiratorio sincinziale, l’adenovirus, quello da raffreddore”.
“Le complicanze registrate, che sono state prevalentemente di tipo respiratorio e che hanno colpito soprattutto gli anziani, ci fanno ribadire un concetto: l’unico strumento che disponiamo per la profilassi dell’influenza è il vaccino. Ancora una volta, occorre insistere e tentare di aumentare il tasso di aderenza alla vaccinazione”, conclude Cricelli.