Prof. Mauro Gacci, Docente dell’Università degli Studi di Firenze presso il centro di Chirurgia urologica mini-invasiva, robotica e dei trapianti renali, Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi: “Si contraddistinguono da alcuni sintomi ostruttivi e irritativi e chi ne soffre ha serie difficoltà a urinare o è obbligato a svegliarsi più volte di notte per andare in bagno. Dipendono per oltre 80% da problemi della prostata in quanto la ghiandola può essere ingrossata, infiammarsi o presentare una particolare morfologia”
Roma, 10 marzo 2023 – I LUTS (Lower Urinary Tract Symptoms) sono una malattia urologica molto frequente e non interessa solo gli uomini anziani. Colpiscono in maniera, più o meno, grave circa il 40% dei 40enni residenti nel nostro Paese. Ma i pazienti più “giovani” realmente assistiti e curati da un urologo sono pochi. Esiste, infatti, una grossa mole di casi “sommersi” prima dei 60 anni che può ammontare fino al 50%.
È quanto emerge dal simposio Unveiling Prostatic Inflammation To Optimize Luts Management organizzato da Pierre Fabre Pharma in occasione del Congresso della Società Europea di Urologia (EAU), che si apre oggi a Milano. All’evento partecipa anche il prof. Stavros Gravas (Department of Urology, Medical School, University of Cyprus, Nicosia, Cyprus ed attuale segretario della Societé Internationale D’Urologie).
“I LUTS rappresentano un disturbo delle basse vie urinarie che può far scadere la qualità di vita e impattare anche sulla sfera sessuale – sostiene il prof. Mauro Gacci, Docente dell’Università degli Studi di Firenze presso il centro di Chirurgia urologica mini-invasiva, robotica e dei trapianti renali, Azienda Ospedaliera Universitaria “Careggi” – La prevalenza del disturbo cresce con l’avanzare dell’età e può interessare oltre il 70% degli over 70. Si contraddistinguono da alcuni sintomi ostruttivi e irritativi e chi ne soffre ha serie difficoltà a urinare o è obbligato a svegliarsi più volte di notte per andare in bagno. Dipendono per oltre 80% da problemi della prostata in quanto la ghiandola può essere ingrossata, infiammarsi o presentare una particolare morfologia”.
“In particolare – prosegue Gacci – l’infiammazione della prostata può guidare lo sviluppo e la progressione dell’ipertrofia prostatica benigna, una delle malattie croniche più frequenti nella terza età. La presenza di un’infiammazione prostatica persistente ha un impatto sulla gestione sia dei LUTS che dell’ipertrofia prostatica. Noi specialisti siamo troppo spesso costretti ad intervenire tardi e cioè solo quando la sintomatologia è diventata ormai troppo evidente e fastidiosa per il paziente. Si rende perciò necessario un trattamento più invasivo mentre dovremmo poter gestire la malattia in uno stadio il più possibile precoce”.
“Oggi sono disponibili diverse tipologie di cure – spiega il prof. Cosimo De Nunzio (Docente di Urologia e Dirigente Medico presso il reparto di Urologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Sant’Andrea” di Roma) – Quando i sintomi sono molto impattanti nella vita quotidiana si può ricorrere al trattamento medico che rappresenta di solito il primo step. Esistono poi delle nuove tecniche chiamate mini-invasive che sono una sorta di “terza via” tra le cure mediche e gli interventi chirurgici. Quest’ultimi invece si avvalgono di tecnologie innovative come i laser o la chirurgia robotica oltre che alle tecniche tradizionali di resezione. I LUTS sono influenzati da diversi fattori e questo rende anche diverse le esigenze dei malati. La pletora di terapie disponibili rende poi indispensabile una selezione ottimale, da parte dello specialista, della cura. Deve riuscire a personalizzarla tenendo conto del profilo clinico del paziente, delle sue preferenze nonché dello stato d’infiammazione prostatica”.
“Tra i vari farmaci introdotti negli ultimi anni vi è anche l’estratto esanico di Serenoa repens – prosegue Gacci – È una delle poche terapie mediche in grado di migliorare la sintomatologia senza avere alcun impatto sulla sfera sessuale. Diverse evidenze scientifiche hanno dimostrato che è efficace contro i LUTS e soprattutto non compromette in alcun modo la libido, la capacità erettiva e non interferisce con l’eiaculazione. Sono tre problemi che solitamente possono insorgere nell’uomo colpito da LUTS”.
“Fondamentale è anche intervenire sugli stili di vita che possono favorire la malattia – conclude De Nunzio – Il sovrappeso gioca un ruolo nefasto così come la sindrome metabolica e tutti i fattori che la influenzano come iperglicemia, ipercolesterolemia o ipertensione. Intervenire sulla sindrome può ridurre il livello di infiammazione prostatica. Seguire una dieta sana ed equilibrata è quindi la prima regola di prevenzione mentre la seconda è praticare sempre un po’ di attività fisica. Un altro consiglio che diamo a tutti gli uomini è quello di recarsi regolarmente dall’urologo per una visita di controllo. I LUTS sono maggiormente sotto diagnosticati tra i maschi perché le donne sono più indotte ad andare dallo specialista ginecologo”.