Roma, 27 gennaio 2023 – Rivedere il DM 70, prevedendo all’interno dei presidi ospedalieri unità operative complesse di oculistica; garantire l’acquisto di nuove apparecchiature tecnologicamente avanzate per interventi alla cataratta; necessità di una migliore presa in carico del paziente con maculopatia al fine di ottenere un risparmio di risorse.
Sono queste, in sintesi, le tre richieste contenute in una lettera inviata al ministro della Salute, Orazio Schillaci, dagli oculisti di AIMO, l’associazione che riunisce circa 1.700 iscritti tra oculisti e medici specializzandi in oculistica che esercitano la professione in Italia.
“Ci preme focalizzare l’attenzione su tre punti a nostro parere importanti”, si legge nel testo a firma della presidente dell’Associazione, la dott.ssa Alessandra Balestrazzi, e del referente per i rapporti con le istituzioni di AIMO, il dott. Luca Menabuoni.
Primo punto, dunque, la revisione del DM 70: “Le malattie oculari colpiscono frequentemente le persone anziane, quindi la maggioranza dei pazienti oftalmologici presenta delle comorbilità (come diabete, ipertensione, cardiopatie, demenza senile ecc.) ed è richiesto in molte occasioni il supporto di più specialisti nei percorsi diagnostico terapeutici”.
Per questo gli oculisti di AIMO ritengono che i presidi ospedalieri di I livello, anche per il bacino d’utenza previsto e per la presenza delle altre specialità, debbano “prevedere al loro interno anche una UOC o almeno una UOSD di oculistica per poter rispondere ai bisogni di salute visiva della popolazione e per le possibili necessità del pronto soccorso e/o dei vari altri reparti (in particolare neurologia, medicina interna e pediatria)”.
Secondo punto, la necessità di garantire l’acquisto di “indispensabili nuove apparecchiature tecnologicamente avanzate” per la chirurgia oftalmica in generale e per quella della cataratta in particolare: “Tali apparecchiature sono necessarie a scopo diagnostico e terapeutico”, sottolineano ancora gli oculisti di AIMO. Balestrazzi e Menabuoni colgono poi l’occasione per sottoporre all’attenzione del ministro Schillaci le “inaccettabili” recenti dichiarazioni del presidente della SOI (Società Oftalmologica Italiana), secondo cui l’Italia sarebbe oggi diventata “l’ultimo Paese d’Europa per assistenza oculistica”, mentre il Servizio sanitario nazionale metterebbe a disposizione dei cittadini una chirurgia della cataratta “poco efficace, obsoleta e di insufficiente qualità”. L’Italia, ribatte invece AIMO, ha “un’ottima assistenza pubblica oftalmologica, in grado di gestire situazioni complesse”.
Terzo punto, infine, la necessità di una migliore presa in carico del paziente con maculopatia per avere un risparmio di risorse. “Sono state avviate indagini della Guardia di Finanza sull’appropriatezza prescrittiva e sui costi delle terapie intravitreali nella Regione Lazio e sembra in alcune regioni limitrofe. Viene preso in considerazione il solo costo del farmaco – scrivono gli oculisti nella lettera inviata a Schillaci – eppure le analisi di costo della patologia prodotte da Scuole di Economia e Management dei Sistemi sanitari quantificano ad oggi il costo complessivo dell’assistenza al paziente con degenerazione maculare legata all’età in 60mila euro e stimano che, con una migliore presa in carico, la cifra può ridursi di quasi la metà”. Secondo le recenti analisi, la miglior presa in carico di un singolo paziente con degenerazione maculare porterebbe invece ad un risparmio di risorse “di quasi 24mila su una stima lifetime pro capite”, concludono.