Abusi su pazienti psichiatrici. Ecco la parte più sporca e malata della nostra sanità

Orrore a Foggia: abusi e violenze su 25 pazienti psichiatrici. La notizia potrebbe sembrare sconvolgente, ma a voler essere brutalmente sinceri non ci coglie di sorpresa. L’abuso sui pazienti psichiatrici è un problema diffuso, quello che è successo a Foggia è solo la punta di un iceberg che getta nuovo fango sulla parte più sporca e malata della nostra sanità.

Ancora una volta lo Stato dimostra incapacità nel proteggere i suoi cittadini, quelli più vulnerabili: persone che soffrono di malattie mentali e che sono state ricoverate in ospedali psichiatrici o in strutture di assistenza residenziale solo perché non hanno avuto altre possibilità.

Ma la crudeltà di alcuni operatori sanitari e il silenzio dei conniventi non sono fenomeni nuovi e non sono limitati ai malati psichiatrici. Abusi e negligenze accadono anche nelle case di riposo e nelle RSA.

Nicoletta Cocco

Strutture spesso gestite da mercenari, persone senza scrupoli che non si preoccupano del benessere dei pazienti o del rispetto della loro dignità, approfittando della condizione di vulnerabilità dei loro ospiti per trarne profitto senza fornire cure o supervisione adeguate. Abusi sono anche cibo scadente e ambienti ghiacciati d’inverno e bollenti d’estate.

Queste strutture dovrebbero essere luoghi sicuri, ma spesso sono prive di personale, mal equipaggiate, sporche e talvolta persino pericolose. Non si contano infatti episodi in cui l’incuria e la precarietà delle condizioni igieniche trasformano quei luoghi in veri e propri incubatori di malattie infettive che aggiungono dolore al dolore.

La malattia psichiatrica è la “copertura” ideale per certe forme di abuso, ma ci sono anche altri pazienti che, sebbene consapevoli, non sempre sono in grado di riferire quanto gli accade, perché sono talmente traumatizzati dalle loro esperienze che non riescono nemmeno a ricordare quello che gli è successo. E se non possono contare sulla supervisione dello Stato, cieco e sordo, dovrebbero almeno poter contare su quella delle famiglie.

Ma dove sono le famiglie? Dopo essersi impegnate a parcheggiare il loro congiunto in queste strutture, si preoccupano di vigilare? Si preoccupano di assicurarsi quotidianamente del benessere del loro “caro”? L’abbandono e l’indifferenza dei familiari è il primo abuso sui più fragili. Vergogna!

È tempo di cambiare e di porre un reale freno a certi abusi! Siamo stanchi di commentare la reiterazione di queste oscenità. Non si può rimanere spettatori passivi di fronte a certi orrori.

La malattia mentale e ogni altra forma di fragilità devono essere gestite con scienza e coscienza! E dove manca la coscienza, bisogna assicurare il controllo, continuo e costante!

Ecco perché faccio mio l’appello di installare telecamere in tutte le strutture che ospitano anziani, fragili e pazienti psichiatrici. Così come mi appello alle famiglie: non lasciate soli i vostri cari, vigilate, ascoltateli, osservateli, guardateli negli occhi, anche se il loro sguardo è perso altrove. Perché talvolta è in quell’altrove che si nasconde l’orrore.

Nicoletta Cocco

Nicoletta Cocco

Direttore responsabile insalutenews.it

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