Roma, 9 dicembre 2022 – “L’approvazione di un emendamento della maggioranza parlamentare in Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati alla legge di bilancio 2023 che stabilisce l’innalzamento dell’età pensionabile a 72 anni per i medici dipendenti e convenzionati del Servizio Sanitario Nazionale, seppure in forma volontaria, rappresenta il tratto regressivo di questa manovra e certifica che non sono previste risorse per i medici, né tanto meno progetti concreti”, così Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato Medici Italiani (SMI).
“Si sta andando incontro, a grandi passi, verso la non erogabilità dei livelli essenziali d’assistenza e la ingovernabilità del Servizio Sanitario Nazionale, nel mentre sono iniziati i lavori per realizzare le opere previste dal PNRR, ospedali di comunità e case della salute per il cui funzionamento saranno necessari nuovi medici. Tutto questo a fronte della carenza ormai strutturale in tutto il Paese di medici della medicina generale e di quelli delle specialistiche ospedaliere”.
“Un orizzonte più che mai fosco tenuto conto anche del via libera della Conferenza Stato-Regioni all’intesa al riparto delle risorse (a valere sul fondo sanitario nazionale e quindi non aggiuntive) della misura prevista dalla legge di Bilancio per l’assunzione di personale per le nuove strutture dell’assistenza territoriale (Case della Comunità, Ospedali di Comunità, Unità di continuità assistenziale e Centrali operative territoriali) che non prevede ulteriori risorse per i medici”.
“Siamo basiti dal modo in cui, dopo la pandemia, si stanno affrontando le criticità del nostro SSN. Lo ribadiamo: occorrono remunerazioni per medici in media con quelle europee unitamente ad uno stop dell’impiego di cooperative e soggetti privati che determineranno aumenti dei costi e un impatto sfavorevole sull’organizzazione dei servizi sanitari, per fermare la fuga dei medici dal SSN”.
“Il Governo ci ascolti, oppure saremo costretti a proclamare lo stato di agitazione e lo sciopero per difendere i diritti dei medici e l’unitarietà delle prestazioni mediche e sanitarie del nostro Paese”, conclude Pina Onotri.