Roma, 1 dicembre 2022 – “Dalla prima descrizione della malattia e dall’individuazione del virus responsabile avvenuta a metà degli anni ‘80 del secolo scorso, ancora oggi non possiamo dichiarare questa pandemia sconfitta. L’ultimo rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’HIV e l’AIDS (UNAIDS) riporta, infatti, che le nuove infezioni da HIV sono globalmente in aumento: nel 2021 si sono registrati 1,5 milioni di nuovi casi e 640.000 decessi.
La mortalità è in diminuzione grazie al fatto che abbiamo una terapia salvavita, ma al costo di dover assumere farmaci tutta la vita, e con la difficoltà di rendere accessibili queste cure alle popolazioni più indigenti. Il virus non risparmia i giovanissimi: 2,7 milioni di persone sotto i 19 anni oggi hanno il virus, e nel 2021 si sono avuti oltre 300.000 nuovi contagi in questa fascia di età.
In Italia il dato positivo è che nel 2021 sono diminuiti i casi di infezione notificati dal SSN: 1770 nuove diagnosi, che comunque ci dicono che in media ogni giorno 5 persone si infettano con HIV.
Un numero largamente sottostimato, dato che il 63% delle diagnosi avviene quando si manifestano i primi sintomi della immunodeficienza, ovvero in pazienti prossimi a sviluppare l’AIDS: si tratta cioè di persone contagiate anni prima, che inconsapevolmente possono aver contribuito a diffondere l’infezione. Si stima che i casi di infezione ogni anno che non vengono rilevati siano diverse migliaia: per questo è fondamentale scoprire subito se siamo stati contagiati, grazie ai semplici test gratuiti e anonimi oggi disponibili.
I rapporti sessuali rimangono il maggior veicolo di contagio: 83,5% dei casi segnalati, con una leggera prevalenza nei rapporti eterosessuali (44%) rispetto a quelli tra persone dello stesso sesso (39,5%). La fascia maggiormente colpita è quella dei giovani adulti: 25-40 anni, a riprova di una generale sottostima del rischio ed una percezione diffusa e sbagliata che l’AIDS non sia più un problema. Per questo l’informazione è fondamentale, fin dall’adolescenza.
Lo strumento più semplice ed efficace per proteggersi da HIV, così come da tutte le malattie sessualmente trasmissibili, è il preservativo: usarlo è una forma di protezione e rispetto per noi e per i nostri partner. Purtroppo, le statistiche ci dicono che meno di un giovane su due usa regolarmente il preservativo: questo, unito ad un sempre più precoce esordio della vita sessuale nei giovani, costituisce terreno fertile per la continua circolazione del virus.
Essere positivi ad HIV non è uno stigma o motivo di vergogna. E’ una condizione medica al pari di altre infezioni virali. La differenza è che si tratta di una infezione potenzialmente letale se non viene controllata con la terapia. HIV rappresenta un rischio per tutti, uomini e donne, indipendentemente dai propri orientamenti sessuali. E solo tutti insieme lo possiamo sconfiggere.
La scienza offrendo terapie sempre più efficaci e, forse presto, un vaccino. Le istituzioni attivando reti di sorveglianza e di assistenza e promuovendo l’informazione a tutti i livelli. I cittadini, rimanendo consapevoli dei rischi e adottando i comportamenti corretti per ridurli”.