Roma, 16 novembre 2022 – “Le richieste al Governo del Presidente dell’ANAC, Giuseppe Busia, in merito ai costi per il Servizio Sanitario Nazionale per l’utilizzo dei cosiddetti medici a gettone, conferma di fatto l’istituzionalizzazione della somministrazione di “mano d’opera” in ambito sanitario””. Così Pina Onotri, Segretario Generale Sindacato SMI sulla lettera dell’ Autorità Nazionale Anticorruzione al Ministro della Salute Orazio Schillaci.
“Ci chiediamo quanto è costata l’esternalizzazione dei servizi sanitari allo Stato. Con le stesse risorse si potevano allineare gli stipendi dei medici italiani a quelli del resto d’Europa ed evitare la grande fuga dal SSN. Si poteva dire basta una volta per tutte al blocco delle assunzioni a tempo indeterminato. Con i fondi per i medici a gettone si poteva efficientare la sanità pubblica che sta diventando sempre più povera per i poveri, considerando che i cittadini paganti, per le lunghissime liste di attesa si stanno rivolgendo, sempre più, a strutture private”.
“Siamo dinnanzi a sempre meno risorse dalla finanza pubblica e a meno introiti dai ticket sanitari. Per questo che l’ANAC offrendosi di individuare prezzi di riferimento, di fatto legittima una scelta da parte delle regioni e delle aziende che legittima non è!”.
“La riduzione costante delle risorse per sanità in questi anni è stata solo fronteggiata con la rimodulazione o l’introduzione di nuovi tetti di spesa, con la parziale riorganizzazione della rete ospedaliera e un diverso sistema di acquisto e gestione dei beni e dei servizi in ambito sanitario, ma senza incrementare le assunzioni. Tocca abolire i tetti di spesa in merito all’assunzione di personale”.
“Sarebbe interessante sapere dal Ministro della Salute quanto si è risparmiato con il blocco delle assunzioni a tempo indeterminato e quanto invece è stato speso in acquisto di beni e servizi, alla luce del rapporto Agenas di ottobre 2022 che ravvede una grave carenza nel Paese di medici di medicina generale che risultano inferiori rispetto alle medie EU e non omogeneamente distribuiti sul territorio, risultando mancanti nelle aree a bassa densità abitativa o caratterizzate da condizioni geografiche disagiate e di una mancanza considerevole di medici ospedalieri e specialisti ambulatoriali”.
“Non ci arrendiamo a questa deriva privatistica e difenderemo la sanità pubblica che deve essere accessibile e universale”, conclude Onotri.