Le parole di Alessandro Vergallo, Presidente AAROI-EMAC, in apertura del XII Congresso Nazionale
Bologna, 17 settembre 2022 – “Questo Congresso è per noi il punto di partenza per parlare del futuro che ci attende, sul quale incombono criticità preoccupanti per il nostro SSN e, più in dettaglio, per il nostro ruolo al servizio della salute dei cittadini di questo nostro Paese”. Lo ha affermato il Presidente Nazionale AAROI-EMAC, Alessandro Vergallo, in apertura del XII Congresso Nazionale dell’Associazione in corso a Bologna fino al 18 settembre.
Dopo aver ricordato il ruolo svolto dai Medici Anestesisti Rianimatori e dell’Emergenza-Urgenza nel corso della pandemia e le difficoltà da essa create per oltre due anni, il Presidente AAROI-EMAC ha fatto il punto sull’attuale situazione, mettendo in luce i fattori di rischio che incombono sul SSN.
“Le sinergie che si sono create negli ospedali tra amministrazioni e professionisti per far fronte all’emergenza oggi vacillano – ha sottolineato Vergallo – anzi si sgretolano, si dimostrano completamente insufficienti di fronte a strumenti anche contrattuali – e mi riferisco ovviamente al CCNL della Dirigenza Sanitaria Ospedaliera – che non sono oggi in grado, e non solo sotto il profilo economico stipendiale, non dico di rilanciare, ma nemmeno di preservare il significato minimo istitutivo di un Sistema Sanitario Pubblico in cui i Medici Pubblici, e in particolare quelli ai quali si affidano i Cittadini nelle condizioni di salute più critiche, più delicate, più urgenti, abbiano un adeguato riconoscimento del loro ruolo prezioso al servizio della Comunità”.
Un significato che il Presidente AAROI-EMAC ha definito in gravissimo declino: “Assistiamo del tutto disarmati a una svendita di interi Reparti appaltati al lucro privato, mi riferisco in una parola sola, per semplificare, a quello delle Cooperative, tali solo di nome in quanto vere e proprie Agenzie Private di collocamento al lavoro di Medici che sempre in maggior numero abbandonano il Pubblico Impiego attratti da condizioni di esercizio professionale cosiddetto ‘libero’, ma che di libero, rispetto a quello dipendente, non ha altro se non lo svincolo da un’appartenenza al servizio pubblico e, soprattutto, da tetti di spesa per il personale che ad ogni rinnovo contrattuale diventano muri insormontabili a danno della dignità dell’Ospedalità Pubblica, e che di conseguenza diventano soprattutto per i Medici delle Specialità, più sotto pressione, ponti d’oro per fuggirne ma al tempo stesso per rientrarvi a cottimo, anche attraverso un caporalato che riesce a realizzare un vero e proprio miracolo: da un lato arricchisce i titolari di queste “Agenzie di Servizi”, e dall’altro riesce comunque a remunerare i Medici che a frotte ne divengono forza-lavoro molto meglio di quanto consenta il CCNL del Pubblico Impiego. Fiumi di denari pubblici che alimentano ogni giorno che passa una frustrazione devastante per i Medici che ancora resistono alla tentazione di un “si salvi chi può” che sta svuotando i nostri Ospedali Pubblici di Medici con regolare contratto pubblico per sostituirli, quando va bene, con gli stessi Medici a contratto privato”.
La situazione è preoccupante al punto che il Presidente AAROI-EMAC ha avvisato: “Se non si agisce subito con un rinnovo contrattuale mirato a valorizzare adeguatamente gli stipendi del Pubblico Impiego, anche con adeguate voci economiche specifiche per i Medici che per specializzazione e per attività professionale hanno prettamente o comunque in modo preponderante un’attività ospedaliera, in tutti i Pronto Soccorso e in un numero crescente di Unità Operative di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedalità Pubblica, i Medici saranno Turnisti a cottimo. Di recente in alcune Regioni si è addirittura arrivati ad una deregulation talmente dirompente che a fronte della drammatica indisponibilità dei Medici Italiani a lavorare negli Ospedali si è stati costretti a ricorrere al reclutamento di Medici Extra-UE presi ‘a scatola chiusa’, vale a dire senza nemmeno un capitolato che riguardasse le competenze indispensabili per il loro inserimento nel nostro Sistema Sanitario”.
Il dramma che sta vivendo il SSN e il personale sanitario è anche il frutto, oltre che di tagli decennali alla Sanità, della assenza di capacità organizzativa e di pianificazione, di analisi, di previsioni, e di valorizzazione delle risorse umane con effetti devastanti sul “benessere lavorativo”.
Alcuni dati di uno Studio AAROI-EMAC pubblicato recentemente su una rivista scientifica, dimostrano che la situazione era già molto grave ben prima della pandemia. Nel 2019 è stato somministrato un Questionario a 300 Medici Anestesisti Rianimatori che in quell’anno avevano partecipato a Corsi del Centro di Simulazione Avanzata AAROI-EMAC SimuLearn® di Bologna.
In base a questo studio, 1/3 del campione era da considerarsi a basso rischio burnout, un altro terzo a medio rischio e l’ultimo terzo ad alto rischio. In quest’ultimo caso, in pratica, le risposte erano compatibili con le principali peculiarità di chi è già in burnout, ossia di chi presenta esaurimento emotivo, depersonalizzazione, demotivazione professionale, con evidenti ripercussioni sia sul lavoro, sia nella vita privata. Il 29% del campione, infatti, ha ottenuto un punteggio ad alto rischio per esaurimento emotivo, seguito dal 36% a rischio medio-alto. Per quel che riguarda la depersonalizzazione, il rischio era alto per il 18,7% degli intervistati e medio-alto per il 34,3%.
“Sono dati sconfortanti – ha sottolineato Vergallo – Ed era il 2019, quindi è lecito immaginare che dal 2020a oggi tale rischio sia aumentato, e non di poco”. E allora che cosa fare per contrastare questo fenomeno, che sintetizza la sommatoria delle frustrazioni derivanti dalle condizioni generali di lavoro?
“I nostri obiettivi principali – ha detto il Presidente AAROI-EMAC – condivisi anche a livello intersindacale sono: pianificazione dei fabbisogni di Specialisti ARTID e MEU, inquadramento contrattuale dei Medici in Formazione a tempo determinato per gli ultimi due anni di scuola di specializzazione preservandone le necessaria qualità di formazione specialistica, livelli organizzativi del lavoro adeguati alle esigenze di sicurezza e di qualità delle cure, benessere lavorativo, nuove assunzioni e stabilizzazioni a tempo indeterminato nel pubblico impiego per rimpiazzare il turn-over, rinnovo del CCNL in tempi rapidi e con adeguate risorse economiche”.
“Noi ci siamo, pronti al confronto e alla collaborazione per salvare dal declino il nostro Servizio Sanitario Nazionale, ma se necessario siamo pronti anche allo scontro, con azioni decise di protesta già all’indomani dell’insediamento del nuovo Governo, quali che siano le Forze Politiche che lo formeranno dopo il voto del 25 Settembre, qualora non vi fossero immediati e chiari segnali che esso intenda davvero salvarlo”, ha concluso Vergallo.