La minore circolazione del virus dell’influenza negli ultimi anni ha ridotto l’immunità naturale. Il numero delle somministrazioni dei vaccini antinfluenzali è in calo. Ma il Covid-19 non deve distogliere l’attenzione dall’influenza, che il prossimo inverno potrà tornare a colpire duramente. Le prime evidenze sono suggerite dai dati provenienti dall’emisfero australe dove è in corso una elevata circolazione del virus influenzale. Nelle prossime stagioni l’influenza comparirà e si hanno già indicazioni sulla sua gravità. Serve un’azione incisiva che coinvolga popolazione e istituzioni. Le tre società scientifiche lanciano l’appello sin da subito: le Regioni devono provvedere a un approvvigionamento sufficiente di scorte, mentre la cittadinanza deve comprendere l’importanza della vaccinazione, a prescindere dal Covid
Roma, 20 luglio 2022
L’Italia si prepara alla prossima stagione influenzale
In Italia, come in gran parte del resto del mondo, gli ultimi due anni hanno visto una riduzione dell’attività influenzale. Un fenomeno frutto soprattutto delle misure restrittive legate al Covid-19. Il prossimo inverno però potrà verificarsi un’inversione di tendenza che desta un’allerta, rispetto alla quale si è ancora in tempo per porre in essere misure di contenimento adeguate.
È necessario che da parte delle Regioni vi sia un sufficiente approvvigionamento di vaccini, mentre nei confronti della cittadinanza sia avviata una persuasiva campagna di sensibilizzazione. Questo il monito lanciato da tre società scientifiche che hanno pubblicato un documento congiunto sul tema: la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – SIMG, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica – SitI.
A far temere, sono la probabile riduzione dell’immunità naturale della popolazione dopo gli ultimi due anni; i dati preliminari in calo dell’ultima campagna di vaccinazione antinfluenzale; le informazioni che arrivano dall’emisfero australe.
Calo coperture. Le statistiche sull’influenza in crescita, quanto potrà essere grave?
“La profilassi per l’influenza rischia di essere messa in secondo piano dal Covid, ma non deve assolutamente essere sottovalutata – sottolinea il prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – Nelle prossime stagioni l’influenza comparirà e abbiamo già indicazioni sulla sua gravità. Serve un’azione incisiva che coinvolga popolazione e istituzioni affinché ci si attrezzi sin da subito per proteggersi dall’influenza con un’approfondita campagna vaccinale. Si devono tenere a mente concetti come la severità dell’infezione da virus influenzale, il carico clinico della malattia, i costi per il Servizio Sanitario Nazionale, il ruolo centrale della vaccinazione nella prevenzione dell’influenza”.
“È fondamentale prepararsi da subito contro il virus influenzale – evidenzia il prof. Claudio Mastroianni, Presidente SIMIT – Occorre ribadire l’importanza di questa vaccinazione, sottovalutata soprattutto nell’ultimo anno, quando si è verificato un calo delle coperture. Si tratta di un importante tema di sanità pubblica, su cui le istituzioni nazionali e regionali non possono rimandare il proprio impegno. L’influenza rimane una malattia infettiva gravata da complicanze soprattutto nei soggetti più fragili come anziani, pazienti con comorbidità e immunodepressi, che rappresentano coloro che sono maggiormente esposti agli effetti dannosi dell’influenza e possono ottenere i maggiori benefici dalla vaccinazione”.
“In previsione dell’aumento dei casi che si registreranno in autunno ed in inverno è fondamentale effettuare la vaccinazione antinfluenzale – dichiara il dott. Antonio Ferro, Presidente SItI – La doppia inoculazione, antiCovid-19 e anti-influenza, è sicura ed importante, in quanto anche l’influenza può generare complicazioni molto gravi. È altrettanto fondamentale iniziare a parlarne già da ora per raggiungere, con questo appello, più persone possibili, facendo partire una campagna di sensibilizzazione, da parte di tutti gli operatori del mondo della Sanità, per informare correttamente tutta la popolazione”.
Influenza e vaccini negli ultimi due anni
Secondo l’OMS ogni anno nel mondo le morti determinate dall’influenza stagionale oscillano tra 250 e 500 mila, di cui 15-70 mila in Europa; circa il 90% avviene tra gli ultra 65enni. In Italia si stimano circa 8mila decessi all’anno a causa dell’influenza e delle sue complicanze. Durante l’inverno 2020-2021, in piena pandemia, le vaccinazioni contro l’influenza, sulla spinta dei timori causati dal Covid, hanno registrato un notevole incremento (65.3% negli over 65 rispetto al 54,6% del 2019/2020).
Ad oggi, i dati preliminari relativi all’ultimo inverno, evidenziano invece una sensibile e preoccupante riduzione. I motivi sono molteplici: limitata circolazione dei virus influenzali nelle stagioni precedenti; diminuzione della percezione del rischio legato all’influenza rispetto a quello del SARS-CoV-2; sovrapposizione con la terza dose del vaccino anti-Covid. Il calo delle coperture e il mancato utilizzo di significativi quantitativi di vaccini stanno spingendo le Regioni a rivedere al ribasso il numero di dosi da acquistare: un errore da non commettere, secondo gli esperti.
I primi dati dall’emisfero australe
Tra le preoccupazioni, vi sono anche le prime informazioni che arrivano dall’emisfero Sud. I dati epidemiologici registrati in Australia e in Argentina rilevano un’evidente recrudescenza dell’influenza, con diffusione ai livelli pre-pandemia, visto l’abbandono dei mezzi di protezione individuale e delle misure di contenimento. In Australia, i casi di influenza confermata in laboratorio rilevati dal sistema di sorveglianza sono in aumento dal mese di marzo, con 90% di campioni esaminati che hanno rilevato la presenza del virus influenzale di tipo A.
Nello specifico, sono stati notificati 87.989 casi di influenza confermata in laboratorio, e la tendenza è in ulteriore crescita. Il numero di casi riportati settimanalmente ha superato la media dei 5 anni precedenti, e l’andamento di questa stagione sembra replicare quanto accaduto nel 2017, stagione che si rivelò estremamente severa. Anche in Argentina, dalla settimana 49 del 2021 (quindi fuori dalla stagione invernale dell’emisfero australe) è stato invece rilevato un aumento del numero di casi di influenza, principalmente Influenza A H3N24.
Tra le settimane 1-6 dell’anno 2022, sono stati registrati 166 casi di influenza da parte del Sistema Nazionale di Sorveglianza Sanitaria. Quanto sta accadendo nell’emisfero australe potrebbe essere quindi un indicatore di quanto potrà accadere anche alle nostre latitudini durante il prossimo inverno.