Milano, 12 luglio 2022 – “I dati sull’efficacia dei vaccini aggiornati rispetto alle sottovarianti Ba.4 e Ba.5 sono ancora parziali, ma varrà la pena utilizzarli in autunno, magari come booster, perché sono stati disegnati per dare una protezione sistemica dalle forme gravi di malattia, quella che genera ospedalizzazioni e morti. Ma i nuovi antidoti costituiranno una barriera un po’ più efficace anche rispetto alla malattia lieve”.
Che valga la pena avviare una campagna vaccinale d’autunno con i vaccini aggiornati lo spiega Marco Cavaleri, Responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici Covid-19 dell’EMA, intervenuto a Milano alla presentazione dell’accordo quadro di collaborazione nel campo della ricerca medico- scientifica, tra l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e la Fondazione Fadoi, la Società scientifica dei medici internisti ospedalieri.
“Ci si domanda perché utilizzare nuovi vaccini che incorporano la variante Omicron Ba.1 e il ceppo originale di Wuhan, la risposta è semplice – spiega Cavaleri – perché i bivalenti offrono un vantaggio rispetto a quelli monovalenti attualmente utilizzati”. Che però non sono da buttare “perché funzionano ancora abbastanza bene contro le forme gravi di malattia, tanto che sia l’FDA americana che l’OMS invitano a utilizzarli”.
Ma il balzo avanti compiuto dalla ricerca nel campo della tecnologia a RNA messaggero è destinata a dare nuovi frutti anche in altri campi. “Sicuramente produrrà nuove armi terapeutiche contro altre malattie infettive come Zika o la stessa influenza. Avendo mosso i primi passi nel campo oncologico sviluppi si avranno anche nella lotta ai tumori, così come risultati sono attesi nel campo delle malattie rare e genetiche, consentendo di generare quelle proteine carenti o che non funzionano” ha spiegato ancora Cavaleri.
Un impulso alla ricerca italiana in campo bio-medico arriverà nel frattempo dall’accordo sottoscritto tra Fadoi, Società scientifica di Medicina Interna e IRCCS Galeazzi. Quest’ultimo si traferirà a fine agosto presso la nuova sede in MIND (Milano Innovation District).
Il nuovo ospedale, che prenderà il nome di IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, conserverà il riconoscimento ministeriale per la ricerca scientifica nell’ambito delle malattie dell’apparato muscoloscheletrico, ma allargherà le proprie attività e sperimentazioni cliniche nel campo delle malattie dell’apparato cardiovascolare, grazie all’unione con l’Istituto Clinico Sant’Ambrogio, ma anche della neurochirurgia, della chirurgia bariatrica, dell’urologia e della dermatologia.
Dal canto suo la Fadoi dispone di un Centro Studi che ha maturato una significativa esperienza nella definizione, supervisione scientifica e gestione operativa e realizzazione di studi clinici a livello nazionale e internazionale. Anche gli uffici del Centro Studi Fadoi, a partire dal 2023, si trasferiranno nell’area MIND, nel nuovo e vivace contesto della città della scienza che sta sorgendo.
I due gruppi di ricerca lavorando in sinergia e condividendo competenze e tecnologie, aspirano ad essere competitivi a livello nazionale e internazionale nell’ambito della valorizzazione della sperimentazione clinica sia profit sia non profit, elaborando e promuovendo una strategia di studi di elevata qualità metodologica su farmaci, dispositivi medici e modalità diagnostiche, così come sull’osservazione del patient journey, sulla medicina digitale, sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella decisione clinica, e, infine, sviluppando iniziative di sensibilizzazione sul valore della collaborazione pubblico-privato per sostenere le sperimentazioni.
“La collaborazione tra un IRCCS e un’associazione scientifica come Fadoi può diventare un modello di fattiva collaborazione che punta a rilanciare la sperimentazione clinica nel nostro Paese”, afferma Giuseppe Banfi, Direttore scientifico dell’IRCCS Galeazzi.
Per Dario Manfellotto, Presidente Fadoi, “mettere insieme le esperienze di un istituto prestigioso come il Galeazzi e quelle di una Società scientifica attiva e capillarmente rappresentata a livello territoriale potrà ampliare la dimensione e il peso scientifico dei progetti di ricerca che ci prefiggiamo di portare avanti”.