Roma, 16 maggio 2022 – La fine della legislatura si avvicina, e con essa la fine dell’iter delle proposte di legge che non arriveranno al voto in Parlamento. Tra queste figura la riforma del settore dell’Emergenza-Urgenza, in questi giorni al centro delle cronache per le drammatiche condizioni in cui versano i pazienti e in cui lavorano medici e professionisti sanitari. Occorre dunque accelerare l’iter per evitare che la prossima legislatura sia costretta a ricominciare ad affrontare un tema così delicato da zero.
“Un 4° LEA dedicato all’Emergenza-Urgenza, la rete unica e il ruolo unico dei medici dell’area sono obiettivi che non possono più essere rinviati” – sottolinea Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED, al convegno organizzato da FIMEUC, CIMO Toscana e Anaao Toscana dedicato al 30° anniversario della nascita del Sistema Emergenza-Urgenza in corso a Firenze.
“Ma oltre alla riforma strutturale e organizzativa del sistema occorre una riflessione sulle risorse – prosegue Quici – Il rapporto della spesa sanitaria rispetto al Pil nel 2025 scenderà al 6,2% rispetto al 7% del 2022. Allora ci saranno risorse da destinare al settore dell’Emergenza o no? Il contratto di lavoro potrà contare su fondi sufficienti per garantire la carriera dei medici, per equiparare gli stipendi ai Paesi europei e frenare la fuga dal SSN o no? Il tetto alla spesa del personale che causa la grave carenza di medici e infermieri e che determina condizioni di lavoro inaccettabili sarà tolto o no? C’è l’intenzione di definire “usurante” il lavoro in Emergenza-Urgenza o no? Si intende aumentare significativamente il valore economico della guardia o no?”.
“La politica ha la responsabilità di risponderci entro la fine della legislatura – conclude Quici – La crisi è adesso, ed è sotto gli occhi di tutti. Non c’è altro tempo da perdere”.