È stata una bella pagina di buona sanità, resa possibile grazie alla sinergia, non solo esistente tra i medici e infermieri dell’Ospedale Annunziata, ma anche grazie alla collaborazione dei professori e ricercatori del nuovo Corso di Medicina e Tecnologie Digitali dell’Università della Calabria. La paziente aveva notato, da luglio dello scorso anno, uno strano gonfiore della pancia, ma lo aveva attribuito agli effetti dei farmaci che prendeva per la cura di una artrite reumatoide. In realtà si trattava di un tumore maligno a partenza dal retroperitoneo che aveva invaso il rene destro e parte dell’intestino
Cosenza, 26 aprile 2022 – I chirurghi dell’Ospedale Annunziata di Cosenza sono andati “oltre il limite del possibile” con un intervento di chirurgia oncologica avanzata, dal momento che “è stato asportato un tumore che occupava gran parte dell’addome”. L’intervento è il frutto della collaborazione multidisciplinare di diversi professionisti, medici e chirurghi che lavorano nell’Azienda. A renderlo noto il marito di una paziente di 58 anni della provincia di Cosenza, che vuole rendere pubblica tale notizia affinché si sappia che non si deve parlare sempre e solo di malasanità in Calabria.
“Mia moglie sembrava incinta ma non era possibile, e a fare aumentare la sua pancia, da diversi mesi un tumore maligno che ora è stato asportato” e continua: “Ancora non riesco a crederci, anche dopo aver visto le foto dell’intervento, e voglio raccontare a tutti questa incredibile storia. Mi è stato detto che si trattava di un tumore maligno a partenza dal retroperitoneo che aveva invaso il rene destro e parte dell’intestino”.
La paziente aveva notato, da luglio dello scorso anno, uno strano gonfiore della pancia, ma lo aveva attribuito agli effetti dei farmaci che prendeva per la cura di una artrite reumatoide. In realtà a fare crescere la pancia era un tumore di enormi dimensioni che dal fegato si espandeva fino alla vescica, inglobando in maniera irreparabile il rene destro e la parte destra del colon.
Si è trattato di un intervento eccezionale che è consistito nella asportazione in blocco di un “tumore del retroperoitoneo del peso complessivo di 7,5 kg”. Si tratta di un record per la Chirurgia calabrese e, di certo, ci sono pochi precedenti di simile portata in Italia ed all’estero.
Il marito della paziente ci tiene a ringraziare il prof. Nardo e la sua equipe: “Abbiamo voluto fare una visita con il Primario della Chirurgia Generale dell’Annunziata di Cosenza, che conoscevamo per la sua fama, e dopo tale incontro, ci siamo affidati totalmente a Lui ed alla sua equipe, e devo dire che la fiducia è stata ripagata”.
Il professore è stato onesto e ci ha detto subito che doveva valutare la fattibilità dell’intervento studiando il caso di mia moglie anche ad un “tavolo anatomico tridimensionale disponibile all’Università della Calabria” nel Dipartimento di Farmacia, Scienza della Salute e della Nutrizione. Dopo altri esami effettuati ci ha informati che “l’aereo poteva decollare, ma che il viaggio poteva essere molto pericoloso perché, anche se l’intervento era tecnicamente fattibile, il rischio di mortalità era alto”. Ci ha anche detto che per offrire il massimo delle possibilità avrebbe richiesto la partecipazione di più professionisti in sala operatoria e così è stato.
Al tavolo operatorio, oltre al prof. Bruno Nardo e alla sua equipe, composta dal dott. Marco Doni e dal dott. Daniele Paglione, anche il primario della Urologia dott. Michele Di Dio, poiché il tumore inglobava il rene destro che è stato asportato. Preziosa la collaborazione del personale infermieristico, in particolare della strumentista Francesca Esposito e del referente del blocco operatorio Giuseppe Marano. A condurre e gestire la delicata fase dell’anestesia, per circa 8 ore di intervento, la dott.ssa Brunelli.
Anche se non ci sono stati problemi chirurgici e anestesiologici, in considerazione dell’entità dell’intervento, la paziente ha trascorso la prima notte in Rianimazione, sotto stretto monitoraggio e il mattino dopo è stata riportata nel reparto della Chirurgia Generale “Falcone” non avendo più necessità della terapia intensiva.
Da pochi giorni ha lasciato l’ospedale, sta bene e sta avendo un decorso regolare. “Siamo rimasti meravigliati dal decorso normale dopo un intervento così complesso” e ancora continua il marito, “ringrazio per l’assistenza che hanno dato a mia moglie, tutti quanti i medici del reparto della Chirurgia Generale Falcone, e non solo i medici, ma anche gli infermieri e gli ausiliari, che sono stati sempre attenti e vigili, giorno e notte, e che sotto la guida del caposala Nicola Benedetto, l’hanno aiutata ad alzarsi dal letto ed a farla camminare dopo pochi giorni dall’operazione”.
È stata una bella pagina di buona sanità, resa possibile grazie alla sinergia, non solo esistente tra i medici e infermieri dell’Ospedale Annunziata, ma anche grazie alla collaborazione dei professori e ricercatori del nuovo Corso di Medicina e Tecnologie Digitali dell’Università della Calabria, in primis del Rettore Nicola Leone, oltre che dei Professori Sebastiano Andò, Marcello Maggiolini e Maria Luisa Panno.
Ancora una volta il tavolo anatomico tridimensionale, che da pochi mesi viene impiegato dall’equipe del prof. Nardo con il supporto del dott. Rocco Malivindi, nella pianificazione preoperatoria dei casi clinici più complessi, si è rivelato molto utile. Le competenze e le tecnologie dell’Università della Calabria sono un valore aggiunto che la sanità calabrese, e in particolare quella della provincia di Cosenza, devono necessariamente tenere in considerazione, per la lotta ai tumori e per dare risposte concrete ai pazienti calabresi, al fine di evitare i viaggi della speranza verso gli ospedali del Nord.