Ferrara, 23 aprile 2022 – Lo sviluppo dell’ENS (Enteric Nervous System), il sistema nervoso enterico che presiede il nostro sistema gastrointestinale, è un processo continuo e ancora da indagare, specie nella fase di crescita e maturazione postnatale. Esso è influenzato da complesse interazioni tra fattori genetici e ambientali che iniziano già dal concepimento e continuano nella vita postnatale, con potenziali conseguenze a lungo termine e con impatto anche transgenerazionale.
“All’Università di Ferrara – spiega Roberto De Giorgio, Professore ordinario del Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna dell’Università di Ferrara – stiamo delineando progetti di ricerca volti proprio a meglio comprendere questa fase critica della vita dell’uomo impiegando strategie collaborative con i più importanti centri di ricerca nazionali e internazionali. Grazie all’impiego di tecnologie molecolari avanzate e di modelli sperimentali i nostri risultati preliminari fanno auspicare lo sviluppo di possibili target terapeutici per alcune patologie gastrointestinali che trovano fondamento nelle complesse alterazioni dello ENS, sistema immunitario e microbiota intestinale”.
Proprio su questo tema è incentrato il 6° Simposio Internazionale sullo ENS e sul suo sviluppo che si svolgerà dal 24 al 27 aprile nella Sala Conferenze dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara (via Aldo Moro, 8, Cona) in lingua inglese. All’iniziativa, che vedrà la Rettrice Laura Ramaciotti portare i suoi saluti, parteciperanno esperte ed esperti da tutto il mondo.
“Il Simposio parte dal nostro tradizionale concetto di sviluppo per includere ‘i primi 1000 giorni dell’ENS: dal concepimento alla vita postnatale’ – specifica De Giorgio, nel Comitato internazionale organizzatore dell’evento – L’applicazione di questo concetto ci consente di evidenziare l’importanza di comprendere lo sviluppo dell’ENS pre e postnatale, la sua modulazione, l’impatto sul microambiente circostante e l’influenza di molteplici fattori ambientali (microbiota, nutrizione , immunità, farmaci, etc.) sia durante la vita embrionale che postnatale”.
“Da un punto di vista patologico, tali approcci potrebbero darci una migliore comprensione dei meccanismi fisiopatologici nelle malattie congenite dell’ENS e anche nelle malattie in cui l’ENS potrebbe essere implicato più avanti nella vita, come ad esempio l’autismo, le malattie neurodegenerative e i disturbi funzionali intestinali”.
“Le malattie neurodegenerative, fra le quali il morbo di Parkinson e di Alzheimer, potrebbero quindi essere considerate come condizioni associate ad anomalie che rientrano nel ‘paradigma dei 1.000 giorni’. Infine, questo quadro concettuale ci consentirà di introdurre nuove ipotesi e approcci sperimentali che possono essere applicati per la ricerca di base e traslazionale per ampliare la nostra comprensione delle neuropatie enteriche e del loro impatto sulla salute umana”, conclude De Giorgio.