Milano, 21 aprile 2022 – Giovedì 5 maggio all’Università degli Studi di Milano avrà luogo l’importante convegno dedicato alla Medicina dei Sistemi, realizzato in collaborazione da WHO Collaborating Center for Integrative Medicine dell’Università degli Studi di Milano, e dalla International Academy of Pysiological Regulating Medicine (PRM) – Associazione medica indipendente promotrice della medicina centrata sulla persona e rispettosa della fisiologia umana.
Con il patrocinio del Ministero della Salute e della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) il Symposium “Medicina dei sistemi. Modelli di integrazione nella prassi clinica e nuove soluzioni terapeutiche” è rivolto a tutta la classe medica e la partecipazione è gratuita.
Si tratta di incontro di grande rilevanza per la scienza medica: il Simposio, riunisce 21 Professori Ordinari di varie Facoltà di Medicina italiane che si confronteranno su questo nuovo approccio in Medicina, sempre più attuale.
La visione sistemica, tanto in Biologia quanto in Medicina, ha permesso negli ultimi vent’anni un vero e proprio cambio di prospettiva, che consente di passare da una visione strettamente biometrica e specializzata della fisiologia umana e delle malattie, ad una visione dell’uomo inteso come network di corpo e mente, da cui deriva un approccio al malato che tiene conto della sua complessità, ma anche dell’interazione di esso con l’ambiente e con tutti gli altri esseri viventi.
“Il Simposio sarà un’occasione unica di approfondimento scientifico e di condivisione di visioni ed esperienze da parte di esponenti del mondo accademico, per la prima volta insieme sotto l’egida dell’OMS (nello specifico del suo Centro Collaborante per la Medicina Integrata) – dichiara il prof. Umberto Solimene, Direttore del Centro e Moderatore dell’evento – L’obiettivo è di approfondire il valore innovativo della Medicina dei Sistemi che rappresenta oggi uno dei modelli più convincenti nell’interpretazione medica di salute e di malattia. Esso è anche il positivo concreto risultato di una intensa lunga collaborazione tra strutture scientifiche Istituzionali (Università’, Aziende Ospedaliere) e private (Associazioni Scientifiche e GUNA)”.
Si tratta di un modello che vede il malato non più e solo come paziente “parcellizzato”, confluenza di diverse patologie, ma come uomo nella sua globalità psicosomatica, a cui dedicare cure personalizzate che tengano in conto i diversi aspetti del cammino etio-patogenico della malattia, sia quelli fisici, sia quelli emozionali, mentali, socio-culturali e ambientali. Volgere l’attenzione verso l’individuo nella sua complessità, dunque, per curare la malattia ma anche per sostenere il suo equilibrio e benessere psico-fisico e sociale, ovvero per prendersene cura a 360°. In tal modo viene pienamente rivalutato lo stesso approccio della Medicina integrata espressione caratteristica di questa impostazione.
Questo nuovo approccio risponde pienamente a reali esigenze del paziente. Oggi, infatti, si è in presenza di alcuni vacuum terapeutici per il medico e di una insoddisfacente risposta ai bisogni del paziente-persona, soprattutto di fronte a condizioni cliniche sempre più caratterizzate da cronicità e multimorbilità. La Medicina dei Sistemi consente di offrire concrete risposte a queste lacune anche attraverso gli strumenti della medicina predittiva e della medicina di precisione nel rispetto di una visione personalizzata di ogni singolo paziente.
Il convegno sarà veicolo di informazioni e suggerimenti pratici di come far tesoro di questo nuovo modello d’integrazione all’interno della prassi medica quotidiana.
L’approccio alla Medicina dei Sistemi vuole proporre una svolta anche a livello di politica sanitaria perché risponde alla visione sistemica della salute e delle malattie, visione condivisa da una fetta sempre più crescente della popolazione. Un’occasione per la politica sanitaria per un ripensamento che veda la costruzione di modelli sanitari, non solo più efficienti, ma anche più sostenibili economicamente.
“Da anni l’Associazione che rappresento – dichiara il Presidente PRM, dott. Marco Del Prete – si occupa di decifrare il linguaggio che la complessità del nostro sistema biologico utilizza per coordinare i sottosistemi che la compongono. Si tratta di un punto di vista che richiede necessariamente una visione corale della biologia e della medicina. Un indubbio cambio di paradigma che si integra perfettamente con tutti i traguardi e i vantaggi applicativi che la visione riduzionistica ci ha regalato. Abbiamo bisogno di una medicina meno paternalistica che ponga il paziente e non la malattia al centro delle nostre attenzioni e lo veda parte attiva del processo di cura e che soprattutto possa avvalersi di strumenti sempre meno descrittivi ma, ove possibile, sempre più predittivi e prospettici”.