I primi timidi approcci con la sessualità. I consigli del sessuologo

“Ho una figlia di 16 anni, sembra quasi una bambina con corpo di donna, e inizio a farmi delle domande, infatti temo che inizi già ad avere le sue prime esperienze…. ma vorrei che vivesse la sessualità con consapevolezza e senza rischi. Come posso aiutarla senza essere invadente? Che cosa è giusto che io le insegni e che cosa invece deve ‘scoprire’ da sola?”. Tatiana

La sua preoccupazione rivela che lei è una madre attenta e soprattutto vicina a sua figlia, infatti quando un genitore inizia a chiedersi: “non sarà troppo presto per affrontare i temi intimi”, significa che forse è già troppo tardi!

Dott. Marco Rossi

I primi timidi approcci con la sessualità avvengono generalmente nei primi anni dell’adolescenza, una fase della vita ancora prematura, che necessita di una guida, al fine di evitare rischi inutili, come gravidanze indesiderate e malattie  sessualmente trasmissibili. A 16 anni sua figlia è fisicamente pronta a iniziare la tua vita sessuale, ma mentalmente e psicologicamente impreparata.

Le vorrei dare qualche consiglio utile per affrontare al meglio questo delicato passaggio. Prima di tutto, è fondamentale capire se sua figlia è veramente pronta per la sua prima volta.

Sua figlia deve fare chiarezza in se stessa, e porsi qualche lecita domanda: Lo vuole veramente o sta solo emulando le amiche più disinibite? Non c’è un’età per perdere la verginità, può anche accadere a 20 anni. Se non ha ancora trovato il suo partner giusto, quello che le ispira fiducia e a cui sente di voler appartenere, è meglio se evita di fare un passo così importante. Le faccia capire che non può commettere peggior errore che forzare se stessa per aderire a un pensiero, e di riflesso a un comportamento di massa.

Le spieghi che si merita una prima volta degna di essere ricordata, e non raccontata o divulgata a tutti, solo per fare parte di un gruppo o per apparire “grande ed emancipata”!

Inoltre è fondamentale che le spieghi l’importanza di proteggersi: il preservativo è indispensabile sia per proteggerla da una gravidanza indesiderata sia per proteggerla dalla malattie che si possono contrarre vivendo l’intimità.

Mi raccomando, deve sfatarle il falso mito secondo cui non si può rimanere incinta quando si fa l’amore la prima volta. Sottolinei in particolare come il metodo contraccettivo migliore è senza ombra di dubbio il preservativo, unica barriera efficace contro virus e batteri. Se sua figlia vuole andare sul sicuro, pretenda un certificato aggiornato con gli ultimi esami del sangue del suo ragazzo e si tenga controllata periodicamente.

Una volta che avrà la certezza di avere a che fare con un partner sano, allora potrà prendere in considerazione l’idea di utilizzare i metodi contraccettivi ormonali. Il consiglio è di optare per un metodo contraccettivo che dia poche incombenze gestionali.

Per parafrasare i versi famosi di una canzone di Vasco, “ne ha rovinati più lui che il petrolio”. Il cosiddetto “freno a mano” alias coito interrotto, popolare tra giovani e meno giovani, non preserva né da gravidanze indesiderate, né tantomeno da malattie sessualmente trasmissibili.

Altro errore è considerare la “pillola del giorno dopo” un valido metodo contraccettivo. Perché affidarsi in preda all’ansia a un rimedio d’emergenza, peraltro dannoso per la salute, quando si può giocare d’anticipo e godersi pienamente gli esordi intimi.

Concludo con una preziosa raccomandazione: oltre che al suo ruolo genitoriale, se prova imbarazzo potrebbe chiedere aiuto al medico o allo specialista, che sarà in grado di indirizzare sua figlia verso il prodotto che meglio si addice alle esigenze di sua figlia.

Marco Rossi

Specialista in Psichiatria. Psicoterapeuta, Sessuologo Clinico. Presidente Società Italiana di Sessuologia ed Educazione Sessuale

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