Roma, 2 febbraio 2022 – “Si sta studiando un vaccino che tenga conto di quelle parti che normalmente non cambiano in questi virus, insomma un vaccino che abbia delle parti comuni stabili. Ecco, questa è una cosa fondamentale, perché si potrà avere un vaccino allargato che possa proteggere nel tempo da più ceppi di questo virus”. Risponde così il prof. Francesco Le Foche, immunologo presso il Policlinico Umberto I di Roma, interpellato dalla Dire in merito alla possibilità di un futuro vaccino contro tutte le possibili varianti del Covid.
“L’arma contro questo virus – aggiunge Le Foche – è certamente il vaccino e lo ha dimostrato. I vaccini che oggi utilizziamo sono sicuri e funzionano bene sia sulla malattia medio-grave sia grave; funzionano un po’ meno sul contagio ma come abbiamo visto la terza dose riduce anche di molto il contagio”.
Covid: si è fatto molto, forse si poteva di più su territorio
“La pandemia è di per sé un evento particolarissimo, difficile da valutare. Siamo stati bravi a prendere le misure giuste, abbiamo fatto moltissimo. Forse si poteva fare qualcosa di più sul territorio, ma credo si sia trattato di una cosa nuova e impegnativa che ha messo a dura prova tutti i sistemi sanitari mondiali”, continua il prof. Francesco Le Foche.
“Oggi dobbiamo stare attenti perché abbiamo circa il 50% della popolazione mondiale non ancora vaccinata per cause economiche, culturali, religiose o personali. Dovremmo fare il massimo per aiutare queste popolazioni ed evitare che ci siano dei presupposti per lo sviluppo di altre varianti”.
Estate sarà tranquilla, fiducia per prossimo autunno
“Oggi disponiamo di un ‘armamentario’ contro il Covid che potrebbe anche rafforzarsi nel breve periodo; per questo credo che dobbiamo essere fiduciosi sia per l’estate, che vivremo con tranquillità, sia per il prossimo autunno – continua Le Foche – Oggi abbiamo dei vaccini che funzionano bene; sta per arrivare anche il vaccino della Novavax, che potrebbe sensibilizzare chi non ha avuto fiducia nei vaccini ad RNA messaggero pensando che siano tecnologie nuove, quando invece hanno 25 anni di storia consolidata e sono stati somministrati a milioni di persone, producendo una sicurezza sia nell’immunità sia nel vaccino stesso”.
Il vaccino Novavax, fa intanto sapere l’esperto, “sembra funzionare bene, con una copertura superiore al 90%, e utilizza una metodica ormai standardizzata che abbiamo usato per la vaccinazione dell’epatite B o per il Papilloma virus. L’importante è che tutti si sottopongano alla vaccinazione per migliorare l’immunità sociale. Poi ci sono anche i nuovi farmaci antivirali e la terapia con anticorpi monoclonali”.
Vaccino su bambini under 5? Va fatto per loro bene
Sulla richiesta avanzata da Pfizer alla Food And Drug Administration (FDA) di vaccinare contro il Covid i bambini under 5, il prof. Francesco Le Foche risponde: “I bambini possono essere vaccinati con tranquillità perché hanno diritto alla salute. Il vaccino va fatto per il loro bene. Cuba ha vaccinato dai due anni in su senza avere alcun problema. I bambini hanno subito l’onta del lockdown e la riduzione della socializzazione, il vaccino consentirà loro di andare a scuola protetti da questa variante molto contagiosa (la Omicron), ma soprattutto eviterà che possano avere una malattia anche importante”.
Il professore ricorda poi i benefici prodotti dal calendario vaccinale introdotto negli anni Novanta: “C’è stata una prevenzione di molte patologie, come per esempio le meningiti e la pertosse. Oggi per esempio sappiamo che la vaccinazione contro la pertosse in gravidanza evita che i bambini siano scoperti contro questa malattia nei primi mesi di vita. E questo vale anche per la vaccinazione contro il Covid di donne in gravidanza perché evita la malattia grave alla mamma e dà l’opportunità al nascituro di immunizzarsi”.
Via mascherine all’aperto e quarantene più brevi
“Le mascherine all’aperto dovrebbero essere tolte e utilizzate solo in casi eccezionali di sovraffollamento e negli ambienti chiusi, le quarantene dovrebbero essere più brevi o eliminate per chi ha la terza dose e infine vanno semplificate le regole nell’ambito della scuola garantendo la sicurezza dei bambini”, aggiunge Le Foche.
Dopo picco contagi ora iniziata discesa
“Dopo il picco dei contagi ora abbiamo iniziato la discesa. La variante Omicron, altamente contagiosa – prosegue Le Foche – ha espresso fortunatamente una malattia meno significativa della variante Delta grazie anche ai vaccini. Quest’ultima ancora circola ma in percentuale molto bassa ed è stata soppiantata quasi completamente da Omicron e da una piccola percentuale di Omicron 2”. Il quadro, secondo l’esperto, è comunque quello di una “diffusione alta ma certamente in riduzione. E questo emerge anche dai ricoveri ordinari, dalle terapie intensive e dagli accessi al pronto soccorso”.
Green pass: lo darei illimitato a chi ha terza dose
“Darei il Green pass illimitato a chi ha fatto la terza dose. Credo che questa possa essere una delle misure che ormai dovrebbero essere acquisite o almeno valutate”, conclude il prof. Le Foche.
(fonte: Agenzia Dire)