Roma, 1 febbraio 2022 – “Il tema dell’accanimento terapeutico è superato, perché nessun medico cerca un accanimento ma si pone sempre dalla parte del malato per dare sollievo alle sue sofferenze e assisterlo anche laddove l’aspettativa di vita è molto ridotta”. Spiega così, all’agenzia Dire, Stefano De Lillo il suo intervento all’incontro organizzato dalla senatrice Paola Binetti a Roma a Palazzo Giustiniani, dal titolo “Custodire ogni vita”.
L’iniziativa, in vista della 44a Giornata nazionale per la vita del prossimo 6 febbraio, vede la partecipazione di De Lillo in qualità di coordinatore della neocostituenda Commissione Bioetica dell’Ordine dei Medici di Roma sul tema del fine vita.
“Ritengo che l’OMCeO Roma possa dare un supporto in questa fase di dibattito e preparazione da parte della politica al testo della norma che verrà – dice De Lillo – Per questo ho proposto che nella Commissione ci siano personaggi di alto profilo tra cui anche don Andrea Manto, medico e sacerdote, per portare il loro contributo ai lavori”.
L’incontro di oggi in Senato, invece, “si concentra su due aspetti – prosegue il vicepresidente dell’Ordine della Capitale – Il primo è quello riguardante i dodici anni della legge 38 del 2010 sulle cure palliative, di cui fui relatore, come parlamentare, in Senato; una legge importante che ha ci posto all’avanguardia in Europa e ci ha permesso di seguire meglio le persone per le quali non c’era un’aspettativa di guarigione, anche se molto si deve ancora fare sulle terapie per il dolore”.
“A tale proposito come Ordine dei medici – afferma De Lillo – chiediamo una maggiore partecipazione di Regioni e istituzioni affinché lavorino per la formazione dei sanitari sulle terapie per il dolore, anche con specialisti che possano trattare i pazienti a domicilio, per stare al fianco delle famiglie che hanno i propri cari allo stadio terminale ma che necessitano di assistenza”.
Il secondo tema, invece, è quello sul dibattito sul fine vita o suicidio assistito. Argomento “sollecitato dalla Corte Costituzionale, e da un probabile prossimo referendum sull’eutanasia – spiega Stefano De Lillo – Sono questi quindi i temi che il legislatore dovrà affrontare nei prossimi mesi, su principi e confini dettati dalla Consulta, ma su cui il medico si pone eticamente nel rispettare i principi espressi nel Codice deontologico. Pur nella libertà del legislatore, ritengo che sia importante garantire la libertà di pensiero degli operatori nei limiti del predetto Codice deontologico e di prevedere anche la libera scelta di coscienza del medico e delle strutture nei confronti di qualsiasi legge che preveda interventi di tipo eutanasico e di suicidio assistito”.
Per Stefano De Lillo bisogna difendere i diritti costituzionali di tutti, anche del medico e del sanitario che decide di essere obiettore di coscienza.
(fonte: Agenzia Dire)