Ozzano dell’Emilia, 17 novembre 2021 – Investimenti sul personale e sulle tecnologie, supporto ai giovani ricercatori, potenziamento infrastrutturale, oltre a una sempre più fitta rete di collaborazione con le aziende: sono questi in sintesi gli assi portanti della crescita del Tecnopolo di Bologna, sede di Ozzano – ‘Rita Levi-Montalcini’, presentati ieri nel corso di una visita della delegazione regionale che ha consentito di fare il punto sui primi 6 anni di attività.
Luciana Giardino e Laura Calzà, rispettivamente Presidente e Direttore Scientifico di Fondazione IRET – ente di ricerca scientifica indipendente e nonprofit e gestore del Tecnopolo e Paolo Celli, manager del Tecnopolo – hanno illustrato i risultati raggiunti, le strategie generali e le progettualità agli Assessori regionali Vincenzo Colla, per lo sviluppo economico e Paola Salomoni, che ha in capo scuola, università, e ricerca. Presenti anche Alberto Credi, Prorettore alla Ricerca Unibo, Morena Diazzi, Direttore generale Economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa, Regione Emilia-Romagna, Luca Lelli, Sindaco del Comune di Ozzano dell’Emilia e alcuni fra i principali stakeholder del territorio.
“In questa fase post-pandemica risulta determinante essere in grado di intercettare le opportunità offerte non solo dalla programmazione europea e da quella regionale, ma anche dal PNRR di imminente attivazione, e su questi assi si orienta l’azione del Tecnopolo – ha dichiarato la Presidente Luciana Giardino – Siamo quotidianamente impegnati per riconfermare il ruolo del Tecnopolo sia a servizio delle attività di R&D nel campo specifico delle Scienze della Vita e delle aziende, sia al servizio della comunità, migliorando la capacità di rispondere ai bisogni, anche urgenti. Come ad esempio è accaduto durante la pandemia quando – senza abbandonare il nostro lavoro di ricerca – ci siamo messi ‘a servizio’ della comunità con i test sierologici. Lo abbiamo fatto con il massimo spirito di collaborazione e coscienti del necessario efficientamento dell’ecosistema. In questo senso per noi la pandemia è stata anche occasione di ripensare – allargandola – alla nostra stessa mission”.
Il Tecnopolo opera nello sviluppo di nuovi farmaci convenzionali ed innovativi, di soluzioni per la medicina rigenerativa anche con biomateriali; utilizza le tecniche bioinformatiche e le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale per sviluppare nuovi approcci per la diagnostica e per la terapia. Uno dei focus primari del Tecnopolo è quello delle malattie e delle lesioni del cervello e del midollo spinale, patologie ancora in attesa di soluzioni terapeutiche efficaci.
Uno sguardo attento anche all’alta formazione, confermato dal lancio del nuovo Progetto ‘scientifico-formativo’ ‘Centro Ricerca NGF’ che vede in queste settimane l’installazione di nuove attrezzature di laboratorio. Esso permetterà alla Fondazione di proseguire e sviluppare gli studi avviati dalle due scienziate bolognesi, proprio a fianco di Rita Levi-Montalcini e di Luigi Aloe, poi proseguiti negli anni al Tecnopolo di Ozzano, sul Nerve Growth Factor e sul suo possibile impiego come farmaco, dalle grandi potenzialità in numerosi e promettenti ambiti clinici di applicazione.
Laura Calzà e Luciana Giardino, docenti universitarie, sono state al fianco per oltre quindici anni di Rita Levi-Montalcini e di Luigi Aloe – per quarant’anni braccio destro della grande scienziata – da vari anni stabilmente associato al team di IRET. I tre ricercatori saranno alla guida di una squadra dedicata al nuovo Progetto NGF, che verrà ufficialmente inaugurato a febbraio 2022.
“Il know-how che abbiamo accumulato e sviluppato negli anni viene oggi messo a sistema e valorizzato nell’ottica di un migliore funzionamento dell’ecosistema regionale dell’innovazione – ha spiegato la Direttrice Scientifica Laura Calzà – Saremo in grado infatti non solo di supportare le attività di ricerca ma anche di riorientarle, quando necessario, affinché sia possibile trarre il massimo vantaggio dalle opportunità che si presenteranno a livello regionale, nazionale ed europeo. Il Progetto Centro Ricerca NGF, rappresenta una nuova sfida scientifica che il Tecnopolo grazie alla disponibilità di una infrastruttura d’avanguardia è in grado di sostenere e sviluppare nei prossimi anni. Ma rappresenta anche un’opportunità per l’alta formazione dei giovani ricercatori, come solo l’eredità di grandi scienziati quali Rita Levi-Montalcini e Luigi Aloe può garantire”.
“In questa fase di evoluzione dell’ecosistema la peculiarità del modello di sviluppo nonprofit nel cui contesto si è sviluppato il Tecnopolo garantisce la massima apertura verso tutti gli stakeholder della comunità, ampliando la mission originariamente focalizzata sulle sole aziende. Ringraziamo l’Università di Bologna, gli stakeholder, le altre istituzioni e la Regione Emilia-Romagna, da sempre fortemente impegnata sul tema Ricerca e Innovazione, con ascolto attento e mirato alla Rete dei Tecnopoli” conclude Paolo Celli, manager del Tecnopolo.