“L’Europa ha dato un segnale forte, chiaro e di speranza contro la violenza alle donne e si avvicina ancora di più verso il traguardo dell’effettiva garanzia di parità di genere, cancellando ogni disuguaglianza strutturale, come stabilito dalla strategia della Commissione europea 2020-2025”. Lo afferma, nel corso di un’intervista a Radio Parlamentare, l’eurodeputata di Forza Italia, Luisa Regimenti, correlatrice della risoluzione sull’impatto della violenza domestica e dei diritti di custodia su donne e bambini, approvata la settimana scorsa da Strasburgo a larga maggioranza.
“La violenza domestica è un problema sociale serio e spesso nascosto – prosegue la Regimenti – che investe una donna su cinque e che il Covid ha aggravato ulteriormente, se si pensa che durante il lockdown le chiamate all’1522, numero del centro nazionale antiviolenza, sono aumentate del 73 per cento. Siamo in presenza di una vera e propria violazione dei diritti umani, che investe la donna ma anche i figli, spesso testimoni di fatti violenti e che per questo avranno gravi conseguenze psicologiche per tutta la vita”.
“La risoluzione “raggiunge lo scopo – spiega l’eurodeputata – di raccomandare agli Stati membri regole comuni e chiare. Non a caso abbiamo chiesto che la commissione e il Consiglio aggiungano la violenza di genere all’elenco delle sfere di criminalità particolarmente grave previste dal trattato sul funzionamento dell’Ue”.
Con questo provvedimento, “oltre a prevedere – sottolinea la Regimenti -regole per la tutela delle donne e dei minori nei casi di violenza, come per esempio, un’interlocuzione rapida fra tribunali civili e penali nei casi di separazione, una minore burocratizzazione e una maggiore formazione dei professionisti impegnati in questo campo, interviene anche sotto il profilo finanziario”.
“È fondamentale che attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza venga garantita una sicurezza economica della donna che lascia la propria abitazione, attraverso una facilitazione di accesso alle case-famiglia, ai servizi pubblici essenziali, quali sanità, trasporti e sostegno psicologico professionale, ma anche di accesso al mondo del lavoro. Solo così – conclude l’eurodeputata – la donna potrà davvero sentirsi tutelata dalle istituzioni”.