Bari, 4 agosto 2021 – Come curare la leucemia linfatica cronica, quali professionisti contattare, a quali esami sottoporsi, dove fare terapia. Queste le indicazioni contenute nel PDTA, il percorso diagnostico-terapeutico assistenziale socio-sanitario, per la leucemia linfatica cronica, approvato nel giorni scorsi dall’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.
Le linee di indirizzo diagnostiche e terapeutiche, definite dall’istituto oncologico barese, garantiranno una completa, appropriata ed efficace presa in carico del paziente e, una volta approvate dalla regione Puglia, potranno assicurare un percorso assistenziale omogeneo in tutto il territorio regionale.
“La diagnosi di tumore – così Alessandro Delle Donne, commissario straordinario dell’Istituto Tumori di Bari – è sempre accompagnata da un sentimento di smarrimento e disorientamento per i pazienti e i loro cari. Cosa fare? A chi rivolgermi? Dove curarmi? I percorsi diagnostici terapeutici assistenziali possono essere la risposta a questi legittimi turbamenti. Non si tratta infatti, di semplici documenti burocratici, per controllare processi clinici e organizzativi, ma di percorsi di cura che, fin dal primo contatto con il medico di base, garantiscono al paziente la più appropriata presa in carico e la più efficace forma di accompagnamento nel percorso di diagnosti e terapia”.
La leucemia linfatica cronica è la più diffusa tra le leucemie (circa un terzo dei casi totali) e si stima colpisca ogni anno in Italia 2-6 persone ogni 100.000, prevalentemente maschi anziani: alla diagnosi, solo il 15% dei pazienti ha meno di 60 anni. La caratteristica specifica di questo tumore è l’accumulo di linfociti B maturi nel sangue, nel midollo osseo, nei linfonodi e nella milza dei pazienti. Questa leucemia può avere un andamento clinico piuttosto eterogeneo: alcuni pazienti non presentano sintomi e rimangono stabili per anni senza alcuna terapia, altri invece sviluppano precocemente i sintomi e hanno una malattia progressiva.
Fin dal 2014, l’istituto tumori di Bari ha istituito un team multidisciplinare per i linfomi e le patologie linfoproliferative che propone un approccio multispecialistico per la diagnosi e la cura. Lavorano così fianco a fianco ematologi, anatomo-patologi, cardio-oncologi, radiologi, psicologi, infettivologi, medici igienisti, biologi, citogenetisti, farmacisti e infermieri per definire insieme tutti gli aspetti della malattia e costruire il percorso di cura più appropriato per il singolo paziente.
Proprio da questa esperienza, maturata negli anni, è nata l’esigenza di definire un percorso specifico, strutturato, il più possibile omogeneo di presa in carico del paziente. I professionisti dell’Istituto tumori di Bari hanno coinvolto anche i medici di medicina generale, a cui di norma il paziente si rivolge per un primo contatto pre-ospedaliero, e i colleghi degli altri centri della rete ematologica pugliese.
Il gruppo di lavoro dell’Istituto Tumori è stato promosso dall’ematologo Attilio Guarini, direttore di dipartimento dell’area medica, ed è stato coordinato dall’ematologo Giacomo Loseto, in qualità anche di responsabile scientifico. Il Pdta approvato dall’Istituto tumori di Bari sarà ora sottoposto alla Regione Puglia per l’approvazione a livello regionale.