Roma, 14 aprile 2021 – L’AAROI-EMAC chiede alle Regioni di precisare quali siano i criteri utilizzati per calcolare i Posti Letto di Terapia Intensiva disponibili. Più precisamente, l’Associazione chiede di sapere se l’attuale conteggio dei “PL in Terapia Intensiva” pubblicati sul portale Agenas comprenda o meno, per esempio, i lettini delle sale operatorie, che pur utilizzabili in estrema emergenza non sono evidentemente computabili tra tali posti letto.
La richiesta, inviata al Presidente della Conferenza delle Regioni, ai Governatori e agli Assessori alla Sanità, e per conoscenza al Ministro della Salute, segue alcuni recenti scontri d’opinione che hanno coinvolto Rappresentanze Regionali AAROI-EMAC, relativi a criticità nei criteri di disponibilità dei Posti Letto di Terapia Intensiva, nei loro tassi di occupazione, nelle Dotazioni di Personale Medico e Infermieristico.
Criticità che riguardano principalmente:
- taluni criteri che annoverano tra i posti letto di Terapia Intensiva (rectius: posti letto di Rianimazione) anche quei posti letto che sono definiti dalle corrispettive Amministrazioni Regionali come “convertibili”, vale a dire – a quanto appare – ricavabili addirittura anche da lettini operatori;
- talune esclusioni, dal computo dei pazienti degenti in Rianimazione, di quei pazienti che pur ricoverati in Reparti classificati “ad intermedia intensità di cura” (rectius: Unità di Terapia Sub-Intensiva) sono in realtà sottoposti a trattamenti terapeutici anche ma non solo respiratori di tipo intensivo, vale a dire p. es. che vi vengono ricoverati per essere intubati e ventilati meccanicamente, il che è un trattamento invece riservato alle Rianimazioni;
- talune organizzazioni del lavoro del personale medico ed infermieristico, in primis quanto alle rispettive dotazioni numeriche, non completamente rispondenti ai criteri di corretto dimensionamento di tali dotazioni organiche per le Rianimazioni.
Rispetto a tali criticità l’AAROI-EMAC sottolinea ancora una volta che i criteri di corretta definizione sono da sempre definiti anche per legge, e – anche sotto il profilo dell’appropriatezza clinica – condivisi dall’Associazione al suo livello nazionale, di cui le Rappresentanze Regionali e Aziendali sono una diretta declinazione.
“Comprendiamo che la Pandemia – si legge nel documento – sia nelle sue fasi iniziali risalenti allo scorso anno, sia nelle sue fasi odierne che perdurano ancora critiche, abbia messo le Amministrazioni regionali, al pari delle Amministrazioni Ospedaliere, nonché di tutti i Professionisti coinvolti, in condizioni da doverla affrontare con le già scarse risorse a disposizione, sin dal periodo pre-pandemico, che decenni di tagli alla Sanità nel suo complessivo panorama nazionale hanno causato.
E infatti tutti i Professionisti che la scrivente O.S. rappresenta hanno dimostrato, anche supportati dalla stessa, di saper organizzare il loro insostituibile lavoro in modo tale da garantire la tenuta dell’intero sistema sanitario ospedaliero, il settore che sin dall’inizio ha retto e sta reggendo senza tentennamenti di alcun genere l’impatto pandemico.
Ma affinché tutti i decisori politici e amministrativi del SSN siano messi in grado di prendere le più opportune iniziative di contenimento di una pandemia ancor oggi fuori controllo, ribadiamo ancora una volta che dev’essere chiaro a tutti che i criteri utilizzati non possono e non devono in alcun modo essere “elasticizzati”, in quanto – se, allorquando e laddove i dati al riguardo risentono di “interpretazioni” le cui criticità sono state sopra evidenziate – è evidente che rischiano di influenzare negativamente le suddette iniziative”.
L’AAROI-EMAC sottolinea, infine, che “considerando che non è possibile continuare ad affrontare la situazione ospedaliera nelle condizioni “d’emergenza” che sono perdurate e perdurano da oltre un anno, per noi, a maggior ragione oggi, i posti letto di Rianimazione da considerare per ciascuna Regione, ai fini delle valutazioni che competono ai decisori politici e amministrativi del SSN, e più in generale a coloro i quali governano il nostro Paese, sono soltanto quelli “attivati”, mai dimenticando che la moltiplicazione oltre i livelli attuali dei posti letto di Rianimazione non è mai stata la soluzione per contrastare la Pandemia Covid”.