Roma, 13 aprile 2021 – Nel 2020 le morti avvenute in Italia prima del 75° compleanno sono state176.000, 22.000 in più rispetto al 2019 (delle quali circa 15.000 rintracciabili tra i decessi Covid) con un tasso standardizzato che passa da 263 a 297 casi per 100.000 residenti (+13%).
Nonostante l’ingente tributo di decessi dato lo scorso anno da ampie zone del nord-ovest in relazione all’epidemia di Covid-19, Campania e Sicilia mantengono il primato delle regioni con la maggiore mortalità nella fascia di età fino ai 74 anni: se nel 2020 la Lombardia raggiunge un tasso std di 317 decessi per 100.000 residenti (245 nel 2019), la Sicilia supera la soglia di 320 (da poco meno di 300 del 2019) e la Campania raggiunge quota 357 (317 nel precedente anno); in particolare, tra le province con i più alti tassi std di mortalità 2020 Napoli si attesta al 6° posto, dopo Bergamo, Cremona, Lodi, Pavia, Piacenza.
Queste le principali evidenze che si leggono nell’ultimo Rapporto MEV(i) del Centro Studi Nebo, che analizza la mortalità nei primi 74 anni di età dal 2009 al 2020, con un approfondimento sui decessi evitabili aggiornato al 2018, ultimo anno per il quale sono disponibili i dati dei decessi per causa.
Le informazioni a oggi disponibili permettono di realizzare solo un quadro generale sull’ultimo biennio, spiegano i curatori del Rapporto, ma resta tuttavia rilevante il dettaglio sulla mortalità evitabile per gli anni immediatamente precedenti all’epidemia in corso: la migliore conoscenza del contesto pre-Covid-19 permetterà di interpretare con maggiore correttezza l’inevitabile discontinuità che le future analisi rileveranno a partire dai dati 2020.
Mortalità generale ed evitabile regionale e provinciale
Lo studio, pubblicato su mortalitaevitabile.it, evidenzia che nella fascia d’età fino ai 74 anni sia per la mortalità generale 2019-2020 che per la mortalità evitabile 2018, Trentino Alto Adige, Marche, Umbria, Veneto si attestano sui valori più bassi, con una forbice sensibilmente ampia rispetto ai dati di Sicilia e Campania.
La consueta classifica MEV(i) regionale, elaborata su dati 2018 in termini di giorni perduti std pro-capite per mortalità evitabile, mostra infatti per le prime quattro regioni un valore del 25% più basso rispetto alle ultime due (15 giorni circa contro i 19 della Sicilia e i quasi 21 della Campania).
L’analoga classifica realizzata a livello provinciale mostra una variabilità dei dati ulteriormente amplificata: per il triennio 2016-2018 la provincia di Treviso non raggiunge i 14 giorni perduti std pro-capite per mortalità evitabile a fronte degli oltre 22 delle province di Napoli e Caserta.
Mortalità evitabile per cause trattabili o prevenibili e per genere
Il Rapporto MEV(i) rileva che al 2018 i due terzi circa della mortalità evitabile (relativa alla popolazione 0-74 anni) sono addebitabili a cause delle quali si può combattere il verificarsi (malattie prevenibili legate a fumo e alcol, incidenti, eccetera), mentre la restante parte è legata a cause delle quali si può limitare la mortalità diagnosticando precocemente la malattia (ad esempio tramite programmi di screening) e intervenendo tempestivamente con opportuni trattamenti e terapie.
Nel triennio 2016-2018 i giorni perduti std pro-capite per cause trattabili si attestano, in media nazionale, a 6,8 sia per i maschi che per le femmine, mentre l’analogo indicatore per le cause prevenibili evidenzia una criticità sensibilmente maggiore per la popolazione maschile: a fronte di 6,1 giorni perduti std pro-capite per le femmine se ne registrano 15,2 per i maschi.
Nello stesso periodo la variabilità sul territorio è ampia sia a livello di genere che di tipo di cause:
- per la mortalità evitabile totale maschile si va da meno di 18 giorni perduti std pro-capite nelle province di Firenze, Treviso, Modena, Monza-Brianza a oltre 28 nelle province di Caserta e Caltanissetta; mentre per le femmine la mortalità evitabile complessiva è quantificata tra i 9,8 giorni perduti std pro-capite nella provincia di Treviso e i 17,3 di Napoli;
- per le sole cause trattabili i valori dello stesso indicatore vanno da 4,7 (Treviso) a 10,2 (Caltanissetta) nel caso dei maschi e da 4,8 (Forlì-Cesena) a 9,2 (Caserta) nel caso delle femmine;
- la mortalità prevenibile fa registrare valori da 11,9 (Modena) a 21,4 (Sondrio) per i maschi e da 4,4 (Treviso) a 8,5 (Rieti) per le femmine.