Alluce valgo e deformità delle dita del piede: opportunità curative al San Matteo di Pavia

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Con un intervento mininvasivo è possibile correggere in modo definitivo il problema

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Dott. Salvatore D’Amico – Ortopedico Policlinico “San Matteo” di Pavia

Si chiama chirurgia percutanea dell’avampiede e permette di correggere l’architettura ossea attraverso mini accessi cutanei senza lasciare cicatrici e risolvendo definitivamente il problema. A farla è il dott. Salvatore D’Amico dell’ortopedia del San Matteo, dove opera specificatamente sul piede da venti anni.

L’alluce valgo è una delle patologie più comuni, in parecchi casi molto dolorosa che spesso impedisce di camminare per lunghi tratti fino a essere costretti a sfilare la calzatura per avere un po’ di sollievo.
In passato chi eseguiva gli interventi chirurgici non era in grado di garantire che la deformità dell’osso non si ripresentasse a distanza di tempo. Oggi, grazie alla nuova tecnica utilizzata, le recidive sono rare perché il sistema legamentoso del piede non viene intaccato dalla chirurgia.

Con un intervento mininvasivo è possibile correggere in modo definitivo il problema anche nel caso in cui i pazienti abbiano malattie che spesso possono provocare complicanze come per esempio i diabetici, patologie autoimmunitarie o disturbi di cicatrizzazione dovuti a problemi di circolazione.

Infatti sovvengono utilizzati mini accessi della grandezza di un millimetro per eseguire i tagli dell’osso e formare una nuova architettura del piede che permette di camminare senza dolore. In pratica vengono corretti gli attriti con la tomaia della scarpa che possono causare ulcerazione nella parte dorsale del piede fino a infettare l’osso.

Con questa tecnica, il ricovero è di uno o due giorni, ma il paziente cammina immediatamente con una scarpa idonea. In questo modo il piede si riabilita camminando. Infatti, l’ammalato con il carico sul piede operato ristruttura l’architettura del piede idonea alla sua persona. Non è necessaria la fisioterapia per recuperare. L’unico impegno è fare bendaggi funzionali ogni dieci giorni in ospedale per 4 settimane. Insomma, nel giro di un mese si torna a una vita normale, con scarpe comode. Le donne tornano a portare i tacchi dopo circa sei settimane.

Le possibilità che l’alluce valgo torni sono pochissime perché le recidive non sono frequenti secondo l’esperienza del San Matteo che utilizza questa tecnica su circa 100 pazienti ogni anno.

piedi-coppiaUn altro difetto del piede sono le dita a martello. In questo caso si usano attrezzi chirurgici ancora più piccoli nell’ordine di tre millimetri, si eseguono tagli lineari delle falangi delle dita del piede in modo da allinearle sullo stesso piano dell’alluce. In questo modo si evita il contatto con la tomaia della scarpa e si ha un appoggio idoneo delle dita sul pavimento. L’operazione dura circa cinque minuti, si usa l’anestesia locale e il paziente viene dimesso dopo tre ore con un bendaggio appropriato che deve essere cambiato dopo sette giorni per due volte. Si torna alla vita normale dopo due settimane lavorando e guidando.

Per chi ha le dita del piede accavallate, l’intervento dura mediamente quindici minuti. Si va a casa nel pomeriggio, si eseguono i bendaggi ogni sette giorni per due settimane e poi si torna al lavoro e a una vita normale utilizzando scarpe comode.

Le operazioni, anche se brevi, non sono semplici, in realtà perché bisogna che il chirurgo eviti bruciature della pelle utilizzando il bisturi ed esegua il taglio dell’osso in modo preciso, ottenendo un perfetto incastro perché la tecnica non prevede l’uso di viti o fili. Le bruciature si verificano raramente e comunque sono risolvibili con medicazioni specifiche in una ventina di giorni.

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Policlinico “San Matteo” di Pavia

fonte: ufficio stampa

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