Al sole con precauzione, anche il solare diventa ecodermocompatibile
Roma, 30 luglio 2015 – Sole sì, sole no, filtri fisici, filtri chimici, l’orario migliore per esporsi, che fototipo hai? Sul sole si è detto di tutto. In questo periodo poi, l’attenzione alla stella che rende possibile la vita su questo pianeta, diventa quasi ossessiva: media, marketing, giornali, web, esperti della salute, tutto ci racconta cosa fare e cosa non fare per godere del sole e favorire una buona e sana abbronzatura.
“Ma la vera novità è che sull’onda del bisogno del naturale, del biologico, ecologico, pulito, anche i filtri solari si stanno adeguando alle nuove esigenze e si comincia finalmente a parlare, anche per loro, di Ecocompatibilità e Dermocompatibilità – racconta la dott.ssa Maria Concetta Pucci Romano, specialista in Dermatologia e Presidente Skineco – Anche nella loro composizione ci sono sostanze sotto osservazione che destano qualche perplessità sulla sicurezza per l’ambiente e per la pelle: molecole che interferiscono con i meccanismi ormonali, i disturbatori endocrini, le nanoparticelle, sostanze come i derivati del petrolio, non biodegradabili, come i petrolati. Queste evidenze stanno favorendo una nuova posizione da parte di aziende cosmetiche produttrici di filtri solari che abbracciano il concetto di “sostenibilità” e lo fanno adottando il cosiddetto ‘principio di precauzione’. Si tratta di un concetto che può essere così spiegato: anche se ancora mancano i dati scientifici che confermino l’allerta, ma sono presenti sufficienti indizi di tossicità riguardo a certi componenti, si sceglie di non usarli e si segnala tale scelta”.
Sempre più dati ci confermano che tutto quanto danneggia l’ambiente fa male alla pelle e viceversa. Adottare il “principio di precauzione” è un primo, grande passo per testimoniare il rispetto per l’organo più grande del nostro corpo, la Pelle, e per tutelare il nostro pianeta la cui salute è alla base del futuro per chi c’è ma soprattutto per chi ci sarà.
Una interessante ricerca dell’Università di Ancona ad esempio ha pubblicato interessanti ricerche sul ruolo dei filtri solari nell’avvelenamento e la morte delle barriere coralline e tra le sostanze accusate di avere una azione tossica sui coralli ci sono i parabeni. L’azione con cui agirebbero in maniera negativa sarebbe una azione ormonale, il che suggerisce la possibilità che tali sostanze abbiano una azione simil-estrogenica anche sull’organismo umano e possano agire come veri e propri disturbatori endocrini.
I filtri solari vengono applicati sulla pelle estensivamente, più volte al giorno e per periodi prolungati e stessa cosa vale per i filtri solari per le labbra, stick che spesso sono zeppi di petrolati, ossia derivati del petrolio come olio di vasellina o la paraffina liquida. Sarebbe meglio invece sostituire questi prodotti con altri che contengano un filtro solare fisico e esercitino una azione emolliente sulla cute delicata delle mucose grazie a cere e olii naturali come la cera d’api.
In attesa che tale principio sia applicato in maniera sempre più estensiva dalle aziende vediamo quali caratteristiche deve avere il prodotto per la protezione solare che sia più rispettoso dell’ecosistema dermico e di quello marino: “il nostro mantra è quello di un Inci corto, quindi prodotti con pochi ingredienti. Vale sempre la regola del ‘meno è meglio’. Per i solari è possibile ottenere una efficace azione filtro dai raggi solari con filtri fisici , formati da ingredienti minerali come ossido e diossido di titanio, ossido di zinco a cui siano aggiunti i preziosi olii forniti dalla natura come quello di cocco, lino, argan, jojoba, e il succo di aloe, sostanze per evitare la disidratazione e l’invecchiamento precoce dovuto all’azione dei raggi UV – prosegue la dott.ssa Romano – Olii, cere e burri naturali sono idratanti e completamente biocompatibili e biodegradabili, mentre farei attenzione al ‘fai-da-te’ che nell’esposizione al sole può essere molto pericoloso: numerosi olii essenziali ed estratti sono infatti fotosensibilizzanti e possono causare dolorose scottature. Occhio anche a conservanti: preziosi per l’integrità e la conservazione del prodotto è meglio scegliere quelli più rispettosi dell’ambiente come l’acido citrico e il sodio benzoato”.
Nel caso dei solari inoltre è necessario scegliere il prodotto di cui si conosce il grado di protezione per poter “dosare” il tempo di esposizione. L’obiettivo primario è la protezione dalle scottature, primo fattore di rischio del temibile cancro della pelle. E dopo la spiaggia è possibile alleviare eventuali arrossamenti con una generosa dose di prodotti a base di aloe, particolarmente ben accetta dalla pelle perché contiene fattori di crescita cellulari, quindi, favorisce la riparazione dei tessuti.
Skineco plaude a queste iniziative e segnala le aziende che si incamminano verso questo percorso. E mentre siamo alla ricerca della abbronzatura perfetta non dimentichiamo la salute della pelle, una rapida lettura degli ingredienti può aiutarci a valutare il contenuto di siliconi e parabeni, profumi e coloranti. Se l’Inci è troppo affollato meglio lasciar perdere.
fonte: ufficio stampa