Roma, 19 marzo 2021 – La rilevazione di Cittadinanzattiva, svolta tra il 15 e il 17 marzo, ha l’obiettivo di confrontare le informazioni che vengono fornite tramite i siti web delle Regioni ai cittadini in particolare in merito alle modalità di prenotazione del vaccino e alle categorie target che possono accedervi in questa fase.
“La nostra analisi evidenzia una grande disomogeneità sull’andamento della campagna vaccinale. Le differenze sono già evidenti nelle modalità di prenotazione dei vaccini: in alcune regioni si chiede ai cittadini di registrarsi tramite i portali regionali, in altre sono le Asl a fare le chiamate dirette per la vaccinazione, e gli ulteriori cambiamenti in corsa nelle modalità di prenotazione creano una grande confusione nei cittadini”, dichiara Anna Lisa Mandorino, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva.
È quanto accaduto in Calabria, dove si è passati da un sistema di prenotazione basato sulle chiamate dirette da parte delle ASL ad un sistema di prenotazione online a seguito di un accordo con la piattaforma creata da Poste Italiane; oppure alla Liguria, dove i medici di famiglia sono stati all’oscuro sulle modalità di prenotazione dei soggetti fragili fino al giorno dell’apertura delle stesse; o ancora alla Basilicata, dove non è ancora stato redatto un piano vaccinale aggiornato a quello nazionale.
Tutto questo, assieme al perdurare dei problemi di rifornimento dei vaccini tutt’ora non risolti, ha portato le regioni a viaggiare a diverse velocità, con alcune di esse ancora ferme alle categorie della cosiddetta “Fase 1” (ossia personale sanitario e cittadini di età superiore agli 80 anni di età), come Lombardia e Basilicata, e altre che hanno iniziato la “Fase 2” (ossia quella degli over-60 e over-70, forze dell’ordine e personale delle scuole), come il Lazio, creando ulteriori disagi ai cittadini in attesa di potersi prenotare.
Un capitolo a parte è poi quello delle categorie “fragili”: anche in questo caso le Regioni stanno procedendo in ordine sparso con modalità di prenotazione addirittura diverse rispetto alle altre categorie. Nel Lazio e in Liguria, ad esempio, i pazienti oncologici non possono prenotarsi direttamente ma per poter effettuare il vaccino devono essere segnalati dal proprio medico di famiglia o dal centro che li ha in cura.
“In questi giorni riceviamo molte richieste di informazioni da parte dei cittadini relative alla sicurezza dei vaccini ma anche alle modalità di prenotazione e alla tipologia di vaccino che verrà somministrato. In una fase così delicata, il tema della comunicazione nei confronti dei cittadini, dell’accesso e della trasparenza, ci sembrano prioritari affinché la campagna vaccinale, già fortemente minata da ritardi, diseguaglianze e messaggi contraddittori, possa finalmente decollare”, continua Mandorino.
“Auspichiamo per questo che, ad una gestione più centralizzata del piano vaccinale, si affianchi anche una gestione più omogenea su tutto il territorio nazionale delle prenotazioni. Occorre che le Regioni si dotino di un sistema di prenotazione chiaro, immediato e di facile fruizione, e siano resi operativi su tutto il territorio nazionale gli accordi con i medici di famiglia, i pediatri e le farmacie per quanto concerne la somministrazione delle dosi. Infine, occorrono criteri più chiari relativi alle dosi di vaccino ancora residue a fine giornata poiché anche in questo ambito ci sono grandi diversità non solo da regione a regione ma anche tra i diversi punti di somministrazione in una stessa città. L’ordinanza del Commissario straordinario Figliuolo – che esplicita che non possono essere sprecate le dosi – è sicuramente un primo passo ma occorrono criteri più stringenti ed omogenei per individuare le persone da contattare per non mandare sprecate le dosi”, conclude Mandorino.