L’infettivologo Antonio Cascio: “Se rallentiamo la vaccinazione rendiamo più probabile che il virus muti e che non sia più suscettibile ai vaccini, perché tanto è maggiore la presenza del virus che circola e tanto sarà più facile che possano emergere delle varianti e che queste possano essere resistenti agli anticorpi del vaccino, pertanto è giusto vaccinarsi nel più breve tempo possibile”
Torino, 11 marzo 2021 – Le varianti del virus SARS-CoV-2 stanno cambiando il quadro epidemiologico della pandemia mettendo in discussione il criterio dei colori regionali con le rispettive decisioni di intensità delle restrizioni (per esempio, l’RT il cui limite di 1 è il riferimento di mutazione del colore regionale, con la variante inglese muterà l’attuale significato essendo stimato l’impatto aggiuntivo del 0,4-0,7).
Non a caso nell’ultimo Dpcm l’incidenza diventa fattore decisionale per le chiusure delle scuole a discrezione delle regioni, e tale parametro potrebbe essere utilizzato anche per le altre eventuali misure senza che tali decisioni vengano impugnate dai vari TAR.
Le varianti del virus stanno mettendo in evidenza che l’infezione facilmente si sposta e ha fluttuazioni molto legate alla realtà locale, che è strategico, e lo sarà anche in futuro, mantenere le misure di contenimento (dall’uso delle mascherine a garantire i distanziamenti sociali) e che vaccinarsi resta l’unica arma per spegnere l’epidemia nel più breve tempo possibile e tenere sotto controllo più facilmente le varianti.
L’esperienza che è stata fatta sul campo nelle altre nazioni, come Israele, testimonia quanto sia importante in questo momento fare una vaccinazione con qualunque vaccino disponibile nel più breve tempo possibile raggiungendo quanto prima i soggetti più suscettibili, sia per salvare vite sia per evitare gli effetti devastanti che ha l’infezione nel lungo periodo.
Per discutere di tali problemi, Mondosanità ha organizzato il talk webinar Buona Salute dal titolo “Varianti Covid e dintorni” in collaborazione con Motore Sanità ed Eurocomunicazione. “Al 10 marzo 2021 secondo il report che elaboro ogni giorno, le prime cinque province più colpite nell’ultima settimana sono Bologna Brescia, Rimini, Forlì-Cesena, Udine, non c’è neanche una provincia veneta mentre anche solo un paio di mesi fa erano soprattutto queste province ad essere maggiormente dilaniate dal virus. Questo testimonia che l’infezione facilmente si sposta alle regioni vicine e ha fluttuazioni molto legate alla realtà locale – ha spiegato Roberto Buzzetti, Epidemiologo clinico di Bergamo – Da questi dati non è possibile fare delle inferenze su quanto stiano pesanti le varianti, possiamo solo seguire la curva epidemica e cercare di notare se ci sono dei rialzi o delle accelerazioni particolari. Il quadro generale mette in evidenza che la marca del vaccino non sembra influire molto sul numero finale di casi; che è molto importante continuare a mantenere le misure di contenimento (mascherine, distanziamenti sociali) sia che non si vaccini, sia che si vaccini poco, sia che si vaccini tanto; che è molto importante avere la massima velocità nel vaccinare per spegnere l’epidemia nel più breve tempo possibile e per tenere sotto controllo più facilmente le varianti”.
“Rispetto alla variante inglese gli anticorpi dei vaccini disponibili funzionano e possiamo stare abbastanza tranquilli – ha rassicurato Antonio Cascio, Direttore Unità Operativa Malattie Infettive Policlinico “P. Giaccone”, Palermo – restano importantissimi i tracciamenti e i sequenziamenti ed evitare che le altre varianti possano prendere piede. Se rallentiamo la vaccinazione però rendiamo più probabile che il virus muti e che non sia più suscettibile ai vaccini, perché tanto è maggiore la presenza del virus che circola e tanto sarà più facile che possano emergere delle varianti e che queste possano essere resistenti agli anticorpi del vaccino, pertanto è giusto vaccinarsi nel più breve tempo possibile. Auspico che a settembre saremo tutti vaccinati e che in autunno si parlerà di un vaccino che comprenderà le diverse varianti. Sono fiducioso che la battaglia la vinciamo e sono favorevole al patentino vaccinale non solo per i vaccinati ma anche per coloro che hanno avuto naturalmente la malattia”.
“Come comunità di igienisti stiano cercando di dare il nostro contributo alla campagna vaccinale per organizzarla nel miglior modo possibile e per raggiungere quanto più rapidamente possibile l’obiettivo dell’immunità di gregge, ammesso che si riesca a farlo in tempi brevi – ha aggiunto Alberto Fedele, Componente Giunta Esecutiva SITI, Direttore UOC ASL Lecce, Servizio d’Igiene Sanità Pubblica – infatti abbiamo elaborato un decalogo per il piano vaccinale antiCovid che dà una serie di contributi per poter raggiungere al più presto l’obiettivo. Il nostro invito alle regioni che hanno avuto un maggiore quantitativo di vaccino ma che sono più indietro è di attuare delle strategie organizzative che proprio con il nostro decalogo possono essere utili per cercare di utilizzare al più presto le dosi; l’altro invito è quello di ridistribuire le dosi in ragione della popolazione per evitare il problema della disomogeneità nell’assegnazione delle dosi”.
La vaccinazione è strategica per evitare le conseguenze devastanti del Covid
“Studi scientifici infatti dimostrano che dei 26 sintomi che possono avere i soggetti Covid durante la malattia due terzi vengono conservati a tre mesi, come astemia e stanchezza – ha ribadito l’importanza della vaccinazione Onofrio Resta, Direttore UO Malattie Apparato respiratorio, AOU Consorziale Policlinico di Bari – La malattia purtroppo lascia in eredità problematiche che interessano il cervello, il cuore e i polmoni. Abbiamo perso molto tempo nell’organizzazione della campagna vaccinale e della fornitura dei vaccini che è ancora ridotta. Dobbiamo sbrigarci per salvaguardare la salute di tutti”.
La pandemia mette di fronte ad un dato che non si può sottovalutare. “La storia naturale del Coronavirus potrebbe avere espressioni future che non conosciamo, è probabile che arriveranno tantissime altre varianti, per questo bisogna cominciare a pensare a scenari alternativi ai quali rispondere in maniera preparata – ha ammesso Stefano Vella, Adjunct Professor Global Health, Catholic University of Rome – Ribadisco che oggi è importante vaccinarsi e il più presto possibile e che l’efficacia dei vaccini è sicura”.
Concetti che ha ribadito in chiusura Claudio Zanon, Direttore scientifico di Motore Sanità. “La pandemia in atto sta confermando la necessità di mantenere i sistemi di distanziamento e continuare a indossare le mascherine, perché la prevenzione è fondamentale. L’appello è fare i vaccini il più velocemente possibile perché ritardare la vaccinazione può aumentare le varianti e aumentare le varianti significa andare incontro ad una situazione in cui la scienza porrà rimedio sicuramente, ma sarà uno scenario più complesso che causerebbe un aumento di contagiosità e di morti inevitabilmente. Gli esperti hanno ribadito che tutti i vaccini sono validi e lo hanno dimostrato paesi come Israele e altre nazioni. La vaccinazione che salverà vite deve essere uniforme nelle varie regioni. È importante che l’Europa si affretti affinché arrivino le dosi promesse”.